“Il Piano paesaggistico dell’ambito 9 verrà approvato entro la fine dell’anno”. Così l’assessore regionale ai Beni Culturali, Carlo Vermiglio, ha rassicurato gli abitanti della valle del Mela, al termine di una riunione con i sindaci del comprensorio, il capo della segreteria tecnica Nunzio Nastasi e il deputato regionale Nino Germanà. Il Piano Paesaggistico dell’ambito 9 tutela l’equilibrio ambientale della costa tirrenica, sede di un polo di industrie pesanti, in quanto vieta l’insediamento, il potenziamento e l’ampliamento di impianti di produzione che aumentino l’impatto ambientale complessivo.
“Agli otto amministratori oggi presenti ho dato la mia parola: al più tardi entro la fine dell’anno in corso il Piano sarà approvato, nell’interesse di un’area che necessità di riqualificazione e sviluppo” – ha dichiarato ancora Vermiglio. Soddisfatto Germanà, che ha promosso la riunione: “L’assessore ha voluto spendersi in prima persona sulla vicenda, garantendo agli amministratori una sicura risoluzione in tempi certi”.
Non resta dunque che attendere qualche altro mese, dovuto ai tempi burocratici. Nulla in confronto agli anni dell’impasse politica, nei quali il Piano è stato gelosamente custodito in qualche cassetto dell’assessorato; teoricamente, le previsioni del Piano avrebbero dovuto essere operanti in regime di salvaguardia, ma il tema è tuttora dibattuto. La definitiva approvazione da parte dell’assessorato avrebbe ricadute immediate sui piani di investimento di A2A ed ESI, che vorrebbero realizzare rispettivamente un termovalorizzatore di CSS e un progetto sperimentale per la combustione di rifiuti speciali. Il documento prevede infatti che “per contemperare le esigenze socio-economiche con quelle della tutela del paesaggio, nelle more di un piano globale di riconversione e recupero dell’area, è necessario che vengano adottati tutti i possibili accorgimenti per ridurre il carico inquinante e mitigare l’impatto visivo di tali impianti, ed è vietato il potenziamento degli stessi e l’ampliamento delle aree interessate; deve essere prevista la graduale e progressiva eliminazione degli impianti anzidetti e una riconversione produttiva dell’area, che non confligga con la sua naturale vocazione paesaggistica”.