Si è tenuto nell’Aula Magna del Dipartimento di Economia dell’Università di Messina un incontro fra docenti e studenti dell’Ateneo messinese e la Raffineria di Milazzo. Per l’Università hanno preso parte ai lavori il Direttore del Dipartimento di Economia, Augusto D’Amico, ed i professori Luisa Pulejo e Gustavo Barresi; per la Raffineria di Milazzo, invece, erano presenti il Direttore Generale Pietro Maugeri e il Responsabile del Personale Luca Franceschini, che hanno avuto l’opportunità di presentare agli studenti dell’Ateneo l’azienda attraverso i numeri contenuti nel Bilancio di Sostenibilità 2015.
Alla presentazione è seguito un vivace confronto con gli studenti, che ha permesso di approfondire e chiarire tutti gli aspetti, compresi quelli più scomodi per una realtà industriale come la Raffineria di Milazzo, che da più di 50 anni è in attività, prima sotto la gestione del gruppo privato Monti (anni ’60 e ‘70), a cui è seguita la gestione diretta di ENI per circa 15 anni, fino alla creazione, 20 anni fa, dell’attuale joint venture che ha visto i due azionisti ENI e Q8 costruire insieme un modello di eccellenza industriale, di competitività ed efficienza e di sostenibilità, uno dei pochi esempi positivi italiani ed europei di compartecipazione al 50%.
Il documento, pubblicato ormai da 5 anni dalla Raffineria di Milazzo, è rivolto a tutti coloro che hanno interesse a conoscere e capire come e quanto la RAM si impegna a fare industria in maniera sostenibile, rispettando la propria politica di responsabilità sociale d’impresa e comunicando in modo chiaro e trasparente non solo i risultati, ma soprattutto l’impegno professionale ed umano delle persone che, con dedizione e responsabilità, operano in raffineria. Contiene infatti al suo interno non solo le performance economiche ma soprattutto quelle sociali ed ambientali. Redatto su base volontaria secondo standard internazionali e certificato sottoposto a verifica da una società di revisione, il Bilancio cerca di rispondere alle istanze emerse nel corso delle interviste condotte in fase di preparazione con gli stakeholders, i cosiddetti portatori di interesse, fra i quali associazioni ambientaliste, istituzioni, scuola, società civile, fornendo informazioni di carattere generale ma anche dati e fatti concreti.
I numeri principali del 2015 raccontano una raffineria con circa 630 dipendenti – aumentati rispetto agli anni precedenti anche in funzione dell’acquisizione della centrale di cogenerazione della Termica Milazzo, seguita alla precedente acquisizione dell’impianto della Linde Gas attraverso la controllata Servizi Milazzo – per il 77% provenienti dalla Valle del Mela e per il 97% dalla provincia di Messina, 16.000 ore di formazione, 9,7 milioni di tonnellate di prodotto lavorato, permettendo di soddisfare il 21% del fabbisogno nazionale di benzina e il 17% di gasolio.
Uno degli aspetti più rilevanti e caratterizzanti della gestione aziendale sono certamente i 120 milioni di euro investiti nel 2015, di cui 62 direttamente collegati con Ambiente e Sicurezza, con un impegno degli azionisti negli ultimi 15 anni che ha superato 1 miliardo di Euro. E parlando di investimenti è certamente da sottolineare il fatto che la Raffineria di Milazzo è stata l’unica impresa del Sud Italia ad avere accesso al Piano Juncker di investimenti. Il piano, definito dalla Comunità Europea per il rilancio dell’economia continentale, è gestito dalla BEI, Banca Europea per gli Investimenti, che, dopo un iter lungo e selettivo non solo sulla sostenibilità economica dei progetti e dell’azienda ma anche sulla sua sostenibilità sociale ed ambientale, ha concesso un finanziamento di 110 milioni di Euro.
Agli investimenti si sono aggiunti i 71 milioni di Euro spesi nel 2015 per manutenzione ordinaria e di fermata. Investimenti e manutenzione hanno permesso, oltre ovviamente a raggiungere positivi risultati industriali, anche di creare e distribuire ricchezza ad un indotto, con un fatturato per le aziende siciliane di oltre 100 milioni di Euro di cui più di 60 solo nella provincia di Messina e con presenze medie di personale dell’indotto di 1.000 persone, diventate oltre 2.000 durante la fermata. Numeri analoghi si sono registrati anche nel corso del 2016 che ha visto realizzare una seconda fase di manutenzione straordinaria di fermata.
Dal punto di vista ambientale tutti i valori delle emissioni registrate nel 2015, e poi anche nel 2016, sono abbondantemente inferiori a tutti i limiti previsti dall’A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale).
Insieme a questi risultati, dal punto di vista della sicurezza, il raggiungimento, nel 2016 dell’obiettivo di 6 anni senza infortuni del personale diretto e di zero infortuni del personale delle ditte durante le impegnative fasi di fermata di turnaround del 2015 e 2016, dimostrano la bontà del modello RAM, basato su sistemi di gestione consolidati, utilizzo delle migliori tecnologie disponibili (BAT: Best Available Tecniques) e soprattutto della professionalità, della partecipazione e del coinvolgimento degli uomini e delle donne, che quotidianamente operano in raffineria.
Un cenno è stato infine rivolto all’attenzione verso il territorio, con il continuo sostegno a progetti aventi valenza culturale e sociale e il continuo scambio di conoscenze con il mondo della formazione, a livello di Scuole e di Università, realizzato attraverso visite in raffineria, tirocini universitari e tesi di laurea. “Sono questi gli elementi con cui la Raffineria di Milazzo ritiene di declinare positivamente e correttamente la propria Responsabilità Sociale d’Impresa, rappresentando un fondamentale volano economico e di competenze per il territorio” – la dichiarazione finale dei vertici dell’azienda.