Una piastra logistica multimodale per uno scambio bilaterale di merci con l'Asia, un importante punto strategico per il commercio ed un porto marittimo: questa l'idea dell'imprenditore indiano Mahesh Panchavaktra, quindi non solo la realizzazione di un aeroporto commerciale, che ha manifestato interesse per la realizzazione dell'infrastruttura sin dal gennaio di questo anno.
Ed è proprio a gennaio 2017 che iniziano a svolgersi i primi incontri tra il nostro imprenditore, l'assessore regionale alle Attività Produttive, durante una seduta della III Commissione regionale Attività Produttive, ed i membri dei Comitati Territoriali, che nella fattispecie del territorio di Messina sono l'ingegnere Carmelo Di Bartola, l'avvocato Michele Minissale, Domenico Interdonato ed i professori Sindoni e Vermiglio, presenti alla conferenza stampa di questa mattina a Palazzo dei Leoni per fare il punto della situazione, i quali sono stai pienamente legittimati, sia da Panchavaktra che dalla Regione come interlocutori e portavoce delle istanze del territorio, nonché interessati nell'intercettare imprenditori disponibili, nella zona del messinese e dei comuni della zona tirrenica interessati dall'opera, ad avviare delle collaborazioni commerciali ed edilizie per la realizzazione dell'infrastruttura.
Successivamente a questi accordi di gennaio, durante i quali il signor Panchavaktra è stato invitato a produrre la documentazione societaria della sua azienda e a presentare un piano di massima della struttura, ha deciso di fare rientro in patria. Ma, a differenza di come molti hanno pensato, in tutti questi mesi, non si è minimamente disinteressato dell'opera ed anzi ha continuato ad intrattenere un rapporto epistolare con la Regione e con i Comitati Territoriali, presentando la documentazione societaria richiesta ed addirittura sposando l'idea dei Comitati Territoriali di spostare definitivamente l'area di costruzione dell'aeroporto dalla zona del torrente del Mela alla zona industriale di Milazzo, nei pressi di Giammoro, più adatta agli scopi.
L'ingegnere Di Bartola ha tenuto a precisare, a dispetto delle critiche mosse al progetto, che "gli studi di fattibilità hanno espresso un parere positivo sulla realizzazione dell'opera sia per quando riguarda la situazione dei venti e l'orientamento della pista, sia per quanto riguarda lo spazio di manovra degli aeromobili che non andrà assolutamente ad interferire on le strutture della vicina raffineria di Milazzo".
Panchavaktra, una volta prodotta la documentazione societaria e approvato il macroprogetto, sarebbe dovuto tornare in Sicilia, per come era stato concordato, giorno 20 maggio, per siglare con la Regione un protocollo d'intesa che avrebbe consentito alla Regione e agli organi di controllo di poter verificare la solidità del progetto esecutivo dell'opera e di verificare la veridicità dei dati contenuti nel piano economico finanziario al fine di attestare la solidità del gruppo indiano.
Ma per una serie di motivi, tra i quali anche il pensionamento dell'ambasciatore indiano in Italia, che avrebbe dovuto presenziare alla stipula del protocollo d'intesa, l'incontro fissato per la data del 20 maggio è saltato a data da destinarsi. Panchavaktra aveva dato disponibilità per fissare un incontro alla fine di giugno, ma la Regione, che fino a questo momento ha collaborato senza alcun problema, non ha ancora dato risposta all'imprenditore indiano, che comunque non vuol tornare indietro sui suoi passi.
La sigla di un protocollo d'intesa in tempi brevi, anche prima delle prossime elezioni regionali, che gettano parecchie perplessità sul futuro del progetto, sicuramente sbloccherebbe l'iter e consentirebbe a Panchavaktra di poter ottenere i vincoli e le autorizzazioni, acquistare i terreni, fondare una società con sede legale in Italia e dare inizio ai lavori.
Perdere un'occasione del genere, che a detta dei membri del comitato territoriale "potrebbe anche essere solo la punta dell' iceberg" di capitali d'investimento stranieri nella nostra Regione, sarebbe un vero peccato. La Sicilia per ragioni strategiche e di commercio si trova perfettamente al centro tra i flussi commerciali provenienti dall'Asia e diretti in Europa ed America. Infrastrutturare l'area è una grande occasione di sviluppo per tutta la Sicilia e per il suo futuro, per il lavoro e per i giovani.
Tutti documenti sono pronti, ma fino a quando la palla resta in mano alla regione che ancora non ha deciso una nuova data per la firma del protocollo d'intesa, tutto resta fermo.
Alla conclusione della conferenza i membri del comitato territoriale hanno lanciato un accorato appello alla politica messinese, invitandola ad interessarsi alla vicenda, a fare, se fosse necessario, la voce grossa con chi di dovere affinché il progetto vada a buon fine e che questi importanti capitali privati non vadano persi dal territorio di Messina per finire poi intercettati da altri territori siciliani, davvero molto interessati ad un così cospicuo investimento.
Marco Celi