Per il Comune di Messina, il cieco che non ha una «capacità di deambulazione impedita» non è un invalido. Per lo meno, non un invalido che ha il diritto di usufruire gratuitamente di spazi di sosta in zone ad alta densità di traffico. La determina n.4 firmata dal dirigente del Dipartimento Mobilità urbana e viabilità, Mario Pizzino, non lascia dubbi all’interpretazione e specifica in maniera chiara che «la disabilità consistente nella mancanza della vista, ove non associata ad altra patologia che comprometta la deambulazione non costituisce presupposto per l’assegnazione dell’area di sosta personalizzata».
In altre parole, se una persona è non vedente ma deambula, il parcheggio se lo deve pagare. La determina stabilisce infatti che «il costo relativo alla realizzazione e alla manutenzione della segnaletica stradale, sia verticale che orizzontale, di individuazione e delimitazione dello spazio di sosta, nonché la relativa rimozione sono a totale carico del beneficiario».
Per correttezza e completezza delle informazioni, va detto che il provvedimento varato dall’amministrazione comunale è legittimo, in quanto – come specificato nello stesso – è facoltà (e non obbligo) dell’amministrazione assegnare con propria ordinanza spazi di sosta personalizzati per invalidi titolari di contrassegno di parcheggio per disabili. Ed è sempre l’amministrazione che deve stabilire le modalità di assegnazione di spazi di sosta personalizzati.
Non sempre però ciò che legittimo è anche opportuno, soprattutto quando in ballo c’è il principio di giustizia sociale, che una buona sana ed efficiente amministrazione dovrebbe sempre perseguire. E nella determina di Pizzino di giusto e socialmente accettabile c’ è veramente poco, se si pensa che al non vedente che desideri disporre di spazi di sosta viene addirittura imposto di «avvalersi necessariamente della ditta di segnaletica che al momento della concessione svolge il servizio di manutenzione della segnaletica per questo Dipartimento, la quale applicherà obbligatoriamente gli stessi prezzi praticati all’amministrazione comunale».
L’intera manovra, infatti, mira a portare liquidità nelle prosciugate casse di Palazzo Zanca, dove il commissario straordinario Lugi Croce ed i suoi esperti stanno aumentando tutto ciò che è possibile aumentare: dalle tariffe dell’acqua a quelle della spazzatura, dalle aliquote dell’Imu ai costi dei servizi a domanda individuale, andando a colpire sempre le classi meno abbienti. E, adesso, con questo nuovo provvedimento si va ad infierire anche sulle categorie svantaggiate. Emerge quasi un pizzico di cattiveria nell’ultimo passaggio della determina di Pizzino, in cui si dice che «in caso di decesso del beneficiario, la rimozione della suddetta segnaletica è a totale carico degli eredi e, in caso di inadempienza provvederà l’amministrazione comunale con addebito del relativo costo».
La misura adottata dal dirigente alla Mobilità ha già scatenato la reazione del presidente del Consiglio comunale, Pippo Previti, che vorrebbe un provvedimento punitivo nei confronti di Pizzino e quella del consigliere comunale Giuseppe Chiarella , che chiede la revoca urgente della determina. Anche Renato Accorinti ed il suo staff esprimono «l'assoluto dissenso nei confronti dell'iniziativa, espressione di una politica che nel battere cassa – per l'ennesima volta – sceglie di colpire i più deboli e perfino i disabili, infierendo con cinismo sulla sofferenza delle famiglie che vivono questi drammi» e anche loro chiedono l’immediata revoca della delibera.(Danila La Torre)