Oltre un secolo dal tragico sisma del 1908 che rase al suolo Messina, colpendo anche le zone limitrofe. Una tragedia spesso caduta nell’ombra, poco approfondita dai libri di storia e talvolta anche sconosciuta. Ma c’è ancora chi ricorda, ricerca e combatte contro l’oblio della memoria.
E’ il caso di Vito La Colla, un privato già autore nel 2008 di un manoscritto di 14 capitoli dedicato al sisma, che ha voluto erigere a proprie spese un aiuola su suolo pubblico.
“Abito d'estate in un comune, Motta D'Affermo, che è il penultimo comune della vostra Provincia. Si trova verso ovest, prima di Tusa. Nel resto dell'anno abito a Palermo –racconta Vito La Colla- Ho sempre avuto una grande attenzione per l'avvenimento tragico del 1908. La catastrofe rovinò anche la città di Reggio e numerosi paesi sulle montagne calabre, decimati o peggio nelle loro popolazioni. Da semplici raffronti e ricerche ho notato una cosa importante che nessuno dice mai, parlando del terremoto. Si è trattato della sciagura naturale con più vittime, in Europa, a memoria d'uomo. Tranne, ovviamente, le pestilenze e le epidemie”.
Un interesse, quello di Vito La Colla, nato non solo dalla curiosità per il passato ma –soprattutto- per un senso di giustizia verso la propria terra. Da qui il proprio impegno in merito, rinnovato di recente.
“Mi sono reso conto della mancanza di memoria per il sisma del 1908, anche a causa della scuola, che ha contribuito a far cadere la tragedia nel dimenticatoio –Racconta ancora- Oggi molti pensano che i morti siano stati 3 o 4 mila, che il maremoto abbia contribuito, per la massima parte, a distruggere le due città. Tutte cose non vere e la memoria, doverosa per le 120.000 vittime del sisma, mi ha spinto a preparare di mia iniziativa e a mie spese un ricordo su di un'aiuola del comune, abbandonata ai rovi, a pochissimi metri dalla statale 113. Si tratta di una zona al confine della provincia”.
Il 22 agosto scorso l’aiuola è stata rinnovata nella sua struttura, sempre ad opera di Vito La Colla, e trasformata in un vero e proprio memoriale in cemento.
Un’iniziativa lodevole, dunque, che ci ricorda come il passato debba sempre essere parte del nostro presente. Poiché dal passato si genera il nostro futuro.
Salvatore Di Trapani