L’anno giudiziario inizia in modo decisamente tumultuoso. In occasione dell’ inaugurazione a Palazzo Piacentini , a farla da padrone sono le proteste. Quelle degli avvocati che hanno presenziato alla cerimonia ma in piedi e senza indossare le toghe, poggiate sulle sedie a loto destinate e lasciate vuote; ed anche quelle degli operai edili, che si sono radunati davanti al Tribunale per manifestare il proprio dissenso contro le misure anti-crisi varate dal Governo Monti . «La crisi economica, ormai incorso da anni – si legge in un comunicato congiunto di Feneal Uil ,Filca Cisl e Fillea Cgil – ha profondamente segnato il tessuto produttivo della nostra provincia, provocando la chiusura di centinaia di imprese e migliaia di licenziamenti: in particolare dal 2008 oltre 3.500 operai edili hanno perso il posto di lavoro».
Tornando dentro il palazzo, il primo Presidente della Corte d’Appello Nicolo’ Fazio ha analizzato i problemi della giustizia messinese, che sembrano essere sempre gli stessi : “Il quadro generale non muta: la giustizia e’ al tracollo”. Nella relazione sull’amministrazione della giustizia nel distretto di Messina, il presidente Fazio sottolineto come “finalmente sembra attenuarsi il contrasto tra politica e magistratura che ha dominato la scena istituzionale del recente passato”. Ma sul nodo della pendenza dei processi civili e penali afferma: “E’ una zavorra spaventosa con cui misurarsi. Ed e’ la rottamazione di questo arretrato che dovrebbe imporsi all’attenzione del legislatore, prioritariamente a qualsiasi altro progetto di riforma, diretto a ridurre l’input di nuove cause e ad aumentare l’output”.
Il rappresentante del Csm, Ferdinando Vignoli, si è soffermato sul problema del sovraffollamento delle carceri , sottolineando che la magistratura sta pensando a soluzioni normative. Al tempo stesso, ha evidenziato la necessità di attivare percorso formativi che aiutino al recupero del carcerato.
Anche Angelo Giorgianni, in rappresentanza del Ministero, si è concentrato sull’annosa questione del sovraffolamento carcerario. Nel suo intervento, ha ricordato che oltre ventotto mila sono i detenuti in attesa di giudizo, oltre il 48% del totale, evidenziandola necessità di trovare una soluzione equilibrata anche con la collaborazione dei magistrati. Giorgianni ha poi affrontato il tema della razionalizzazione delle spese, anche sul fronte delle strutture, invitando a lavorare anche ad una buona razionalizzazione delle risorse umane grazie alla riforma delle circoscrizioni giudiziarie.
Il Procuratore Generale di Messina Franco Cassata ha attaccato la classe politica: “Qualsiasi schieramento abbia governato, non è stata capace di metter in atto una riforma seria del sistema giustizia”. Ha poi voluto rivolgere un plauso alle forze dell’ordine ed ai tanti magistrati che operano e hanno operato contro la criminalità organizzata. Un ringraziamento speciale al procuratore Lo Forte, agli uomini del distretto ed anche al prefetto sempre in trincea dove c’è stato bisogno. Anche Cassata ha parlato della situazione carceraria: “il numero del sovraffollamento è i lpiù alto dall’Unità d’Italia e purtroppo si sta perdendo contatto con lo stato di diritto”.
Polemico, come da previsione, l’intervento del presidente dell’Ordine degli avvocati Francesco Celona: “La situazione dell’avvocatura in campo nazionale è difficile, in campo locale è disperata. Abbiamo più volte invitato la nostra deputazione messinese ad intervenire,ma non è stato fatto nulla. Se pensano che ci arrendiamo, si sbagliano. Oggi i magistrati messinesi fuggono, preferiscono fare la vita da pendolari piuttosto che stare qui. Ecco perchè abbiamo tutte queste carenze d’organico.Il Csm deve darci delle spiegazioni. Oggi la giustizia messinese è sul punto della paralisi. Gli organi di stampa, ci aiutinio nella nostra battaglia. L’avvocatura è lo specchio del paese e la nostra sofferenza è la sofferenza del paese”. Sul secondo Palzzo di giustizia Celona ha dichiarato: ” non posso non sottolineare che ci siano state sinergie e questo dimostra che il dialogo è essenziale. L’avvocatura farà da pungolo affinché i lavori vengano consegnati al più presto”. Sul rapporto con i magistrati ha puntualizzato:” il rapporto non è ancora soddisfacente. Ci sono incomprensioni e adesso questo non è più accettabile. Solo iniseme magistrati ed avvocati possno trovare soluzioni che diano una risposta”. Anche sul sistema carcerario usa parole dure: ” le soluzioni contenute nel recente decreto non sono sufficienti”; sulla durata dei processi, difende la categoria che rappresenta: “non si può trasferire la responsabilità delle lungaggini all’avvocatura”.
A conclusione del suo intevento, Celona è stato molto appaludito. Come previsto gli avvocati, in protesta, hanno abbandonato l’aula, seguiti dalla maggior parte di coloro che hanno preso parte alla “movimentata” inaugurazione, dove le urla, i fischi e i cori di dissenso provenienti dalla piazza antistante il Palazzo hanno avuto il sopravvento, sia fuori che dentro. A dispetto delle grandi porte dell’aula rimaste chiuse. Forse anche loro in segno di protesta.
(DLT – EDP)