Si è difeso strenuamente Francesco Curcio, l’ex esponente del Pd ai domiciliari da martedì scorso per corruzione. Stamane Curcio si è presentato dal gip Massimiliamo Micali per l'interrogatorio di garanzia, cominciato poco prima delle 11 e andato avanti fino alle 15 circa. Quasi quattro ore, durante le quali Curcio si è difeso strenuamente, ribattendo punto per punto alle contestazioni che il giudice aveva riversato nel provvedimento cautelare.
Accompagnato dal difensore, l'avvocato Nino Favazzo, il componente della Commissione di Valutazione di impatto ambientale del Comune ha respinto l'accusa di aver favorito progetti edilizi, nel rilascio dell'autorizzazione VIA, in cambio di una "mazzetta", sostanziatasi nell'incarico alla figlia Roberta, progettista per conto degli imprenditori interessati. È stata poi la volta di Aurelio Arcoraci, l'imprenditore anche lui ai domiciliari per i suoi rapporti con i Curcio. Il costruttore, difeso dall'avvocato Isabella Barone, ha depositato una corposa memoria difensiva, difendendo la regolarità dell'incarico affidato a Roberta Curcio, che dal 2009 ad oggi ha ricevuto dall'impresa di Arcoraci sei incarichi per somme tutto sommato contenute, tra i 700 e i 2500 euro circa.
Alla fine di un lunghissimo pomeriggio, erano quasi le 18, è toccato infine a Roberta Curcio, accompagnata dall'avvocato Marcello Scurria. Anche lei ha respinto le accuse mosse dal pm Liliana Todaro e dalla Polizia Giudiziaria della Polizia. Tutti i difensori hanno preannuciato che presenteranno allo stesso giudice Micali istanza di revoca della misura cautelare, chiedendo che i loro assistiti tornino in libertà. Il giudice avrà qualche giorno per valutare la richiesta, alla luce degli elementi emersi durante il confronto di oggi.(Al. Ser.)