Cominceranno domani e andranno avanti anche venerdì gli interrogatori delle quattro persone andate ai domiciliari dopo l'inchiesta VIA Facile della Polizia Giudiziaria su alcuni episodi di corruzione al Dipartimento Urbanistica del Comune.
C'è attesa in particolare per il confronto tra il Gip Massimiliano Micali e Francesco Curcio, l'esponente del Pd, dipendente della Provincia, accusato di "dirigere" l'iter di alcune pratiche, da componente della commissione di valutazione di impatto ambientale del Comune di Messina. Intervento volto a favorire la carriera professionale della figlia Roberta.
Al confronto col Gip Micali andrà anche Biagio Restuccia, dipendente del Dipartimento Urbanistica, sospeso dalle funzioni per due mesi. I cinque saranno interrogati in presenza dei difensori, gli avvocati Nino Favazzo, Marcello Scurria e Domenico Alizzi.
Lo stesso giorno, venerdì 6 dicembre, per Curcio è fissata l'udienza che lo vede imputato per le lettere anonime agli avvocati Nino Dalmazio e Antonino Catalioto.
I cinque dovranno difendersi dall'accusa mossa dalla Procura di aver "aiutato" l'iter di alcune pratiche edilizie. In cambio in privato determinatori liquidavano parcelle alla figlia Roberta come consulente tecnico privato.
Ad offrire molti spunti agli inquirenti sono state le conversazioni intercettate nella sala riunioni della Commissione comunale, dove gli uomini del vice questore Fabio Ettaro, a capo della sezione di Polizia Giudiziaria della Polizia, sono riusciti a ben piazzare una cimice. Hanno così scoperto che Curcio partecipava alle sedute come relatore anche quando si trattava di progetti che vedevano la figlia impegnata, anziché astenersi e uscire, come avrebbe dovuto per legge e come veniva scritto nei verbali di commissione.
Le intercettazioni telefoniche sui numeri dei componenti di commissione, dei Curcio, di altri dirigenti del Comune e degli imprenditori collegati, hanno poi fatto emergere come Curcio lavorasse di fatto ai progetti della figlia, laureata nel 2007, che tra i primi progetti firmati ne annovera uno con lo studio Fulci. Da allora la ragazza ne ha fatta di strada, partecipando a molte speculazioni, comprese quelle di uno tra i più grossi e attivi costruttori messinesi, Vincenzo Vinciullo. I due dirigenti, in una conversazione, spiegano che la neo professionista aveva lavorato in pochi progetti, all'inizio della sua carriera. Dopo l'ingresso del padre nella Commissione, invece, aveva ricevuto numerosi incarichi in poco tempo.
Proprio l'arrivo di Curcio in Commissione ha di fatto dato il via all'inchiesta. Nel 2011 infatti la Procura stava indagando su una serie di progetti edilizi e sulla loro compatibilità con le norme ambientali, in particolare quelle relative alla Zps, la zona a protezione speciale voluta dall'UE e in cui ricadono moltissime aree messinesi. Per questo all'inizio del 2012 gli investigatori ascoltano Saverio Tignino, ex componente della Commissione. È lui a raccontare "la guerra dell'Urbanistica", con i progetti caldeggiati da alcuni componenti che procedevano spediti, altri che si arenavano in Commissione. Tignino racconta anche che nel 2011 un conflitto di competenze tra Comune e Regione proprio sulla Zps aveva arenato quasi tutti i progetti al vaglio della Commissione. Tanti erano stato segnati a troppo alto impatto ambientale, come quelli ricadenti nella zona Serri-Sperone. Anziché bocciare un gran numero di progetti, spiegò Tignino, tanti componenti della Commissione preferirono autosospendersi, chiedendo al Consiglio comunale la revisione del Prg a suo tempo approvato. Lui compreso. Dopo di lui arrivò appunto Curcio.
(Alessandra Serio)