Dopo la bufera che si è abbattuta sulla graduatoria degli Enti destinatari dei fondi dell’avviso 8, sull’argomento sembra essere calato il silenzio, anche perché l’intera classe politica regionale è impegnata per la campagna referendaria.
A riaprire l’argomento sono i 5stelle.
“La condizione di precarietà ed incertezza in cui sono costretti a vivere gli operatori della formazione professionale in Sicilia potrebbero costituire una violazione del diritto dell'Unione Europea”. A dichiararlo sono i deputati M5S Sergio Tancredi (Ars) ed Ignazio Corrao (Parlamento Europeo) che hanno predisposto un’ interrogazione indirizzata alla Commissione Europea.
I due esponenti del movimento ricordano come dal 2013 quasi tutte le Procure della Regione siciliana hanno avviato inchieste su irregolarità nell'utilizzo di risorse destinate agli enti di formazione. Nelle inchieste e nelle varie operazioni, come ad esempio i due filoni di Corsi d’oro a Messina, o l’indagine sul Ciapi, risultano coinvolti politici, dirigenti, funzionarii.
“Alcune inchieste- evidenziano i 5Stelle- sono state sollecitate dall'UE tramite l'OLAF. I tempi della giustizia italiana sono lunghi e nel frattempo le occasionali misure di sostegno al reddito portano gli 8000 operatori della formazione professionale siciliana ad una lenta degenerazione della grave situazione professionale, economica e sociale, gettando nell'incertezza e nella precarietà anche la vita delle rispettive famiglie. Migliaia di utenti, tra cui disabili, non possono fruire delle attività formative, addirittura alcuni di loro non hanno potuto completare il percorso formativo, non riuscendo a conseguire le qualifiche”.
In base a queste premesse Corrao e Tancredi sottolineano come la formazione professionale siciliana venga in gran parte finanziata dal fondo sociale europeo, pertanto l’interrogazione è volta a capire se siano previste “misure eccezionali per far fronte alla grave crisi in cui versa la formazione professionale siciliana, gli operatori e gli utenti e se la Commissione valuta la condizione di precarietà e incertezza, degli operatori professionali siciliani, rispettosa del Diritto dell’Unione. Il disastro creato nel mondo della formazione- da scelte incomprensibili sotto il profilo amministrativo, non poteva non creare serie ripercussioni, vista la compressione di diritti dei lavoratori dei ragazzi che non hanno usufruito di un diritto garantito costituzionalmente”.