Lo aveva già proposto all’amministrazione Buzzanca, quando Elvira Amato era assessore ai cimiteri. Secondo Libero Gioveni l’unico modo per recuperare il Gran Camposanto senza pesare nel bilancio comunale che, pur volendo, in questo momento non può permettersi nulla, è quello di aderire all’Asce, l’associazione europea dei cimiteri storico-monumentali d’Europa.
Gioveni ricorda che l’Asce è un organismo che si è costituito a Bologna nel Novembre 2001 e vi fanno parte, oltre che fra le più importanti città europee come Barcellona, Stoccolma, Madrid, Oslo, Copenaghen, Strasburgo, Vienna ecc., anche diversi comuni italiani (costituitisi poi a loro volta il 14 maggio 2002 in un coordinamento interno) come Genova, Roma, Bologna, Torino, Cremona, Mantova, Firenze, Ancona, Cuneo, Trieste, Parma ecc. nonché diverse Università e Dipartimenti di Protezione dei Beni Culturali sia italiani che stranieri.
“Un obiettivo primario di questa grande associazione internazionale – dichiara Gioveni – è certamente quello di lavorare in rete scambiando e condividendo con gli altri soggetti aderenti le migliori esperienze fatte sul campo, elaborando progetti comuni, favorendo l’adozione di nuove tecnologie, sensibilizzando i mass-media e l’editoria turistica; tutte finalità, queste, che senz’altro contribuirebbero a ridare al Gran Camposanto l’attenzione ed il valore sociale, artistico e culturale che merita”.
“Ma ciò che più conta – continua il consigliere centrista – è il fatto che la piena e incondizionata adesione all’Asce. permetterebbe di ricevere consistenti finanziamenti da parte della Comunità Europea, fatto questo che oggi per Palazzo Zanca, agli “occhi pesanti e vigili” della Corte dei Conti, potrebbe rappresentare un’altra piccola “àncora” per il definivo allontanamento dello spettro del dissesto”.
“Se non vi aderisce il Comune di Messina che, dopo quello di Genova, vanta il cimitero più grande d’Italia, quale altro ente dovrebbe entrare a far parte dell’Asce? – ha concluso Gioveni”.