Jeans e maglietta “Free Tibet”, come al solito, il sindaco Renato Accorinti si fa notare anche su La 7, invitato alla trasmissione mattutina “Coffee break”. Interviene su tanti argomenti ad ampio raggio ed entra nello specifico dei problemi della città di Messina e della volontà della sua giunta di affrontarli senza scoraggiarsi. “E’ necessario che arrivino i soldi per le infrastrutture – afferma – e poi si controlli che vengano spesi bene. Porti, autostrade, aeroporti e ferrovie. Siamo allo zero assoluto. E’ inconcepibile che da Messina ad Erice o ad Agrigento si possa andare solo in macchina, perché in treno si impiegherebbero otto ore”.
A proposito di infrastrutture, una delle più importanti per la città è il porto di Tremestieri, che a giorni verrà riaperto totalmente, ma che manca ancora del parere ambientale, da parte del Ministero, per essere ampliato. L’obiettivo è quello di eliminare del tutto i tir in città, oltre a realizzare un grande nuovo porto commerciale. “E’ un’infrastruttura utile per tutta la nazione – spiega Accorinti – perché da noi passa tutto il traffico che dalla Sicilia va verso il nord e viceversa. Immaginate un po’ cosa significhi questo passaggio in città. Abbiamo chiesto agli armatori di non fare sbarcare più tir in centro. I mezzi pesanti hanno procurato la morte delle persone e un inquinamento acustico e atmosferico enorme. E’ la prima volta che c’è un secco no agli armatori, non contro di loro, ma a difesa dei diritti, della dignità e dell’incolumità dei cittadini. Il nostro no è un sì a vivere in modo normale”.
Un accenno alla questione migranti – “non ci pesa accogliere ma non è giusto lo faccia solo la Sicilia. Non bisogna chiedere l’elemosina all’Europa, è un loro dovere risolvere il problema insieme, questa è comunità” -, prima di tornare alla situazione del Comune di Messina. “E’ imbarazzante – prosegue il sindaco – dover dare risposte a cittadini che pagano le tasse e poi non hanno servizi, pochi mezzi pubblici, difficoltà nella raccolta dei rifiuti e la minor raccolta differenziata in Italia. Questo è quello che abbiamo trovato. Stiamo lavorando sul piano decennale di rientro del debito con un programma partecipativo e senza dare incarichi agli amici degli amici. Per i rifiuti abbiamo preso Alessio Ciacci, il meglio che c’è in Italia. Per il trasporto pubblico collaboriamo con la Gtt di Torino, sono arrivati i primi mezzi in comodato e abbiamo inaugurato un rapporto di collaborazione che sta funzionando ed un sistema che potrebbe essere divulgato”.
La conduttrice, Paola Mascioli, gli chiede della maglietta “Free Tibet” e lui risponde che si tratta di un simbolo “per stare accanto ad un popolo che subisce un genocidio da 60 anni. Ho incontrato di recente sia il Dalai Lama sia il Papa e li ho invitati a venire a Messina. Il Dalai Lama lo ha già promesso e spero vengano entrambi per avviare un dialogo interreligioso”.
La certezza di voler andare avanti, dopo un anno in cui non sono mancate le difficoltà. “E’ stata bruciata una macchina ed è arrivato un avvertimento nei miei confronti – continua -. Abbiamo subito fatto una conferenza stampa in cui abbiamo rispedito l’avvertimento al mittente: non facciamo nessun passo indietro, anzi ne facciamo cento avanti”.
Ancora la necessità di ottenere finanziamenti, perché senza quelli si fa poco. “Vogliamo tutti i controlli, non abbiamo niente da temere, ma abbiamo bisogno di soldi per fare cose utili in modo da far decollare diritti ed economia. Questo dà fiducia alla popolazione perché vede un’amministrazione trasparente che la rappresenta degnamente con cose concrete, senza che le proprie tasse siano spese a vuoto. Nella nostra città tutti i cittadini di ogni estrazione sociale vengono a darci una mano, è una tendenza che non c’era mai stata. Anzi nel nostro Comune non si poteva entrare fisicamente. Bisognava lasciare un documento d’identità per poter superare uno sbarramento, neanche fosse il muro di Berlino. Ho tolto questo vetro il primo giorno, come simbolo, perché il Comune è la casa della gente. Il cambio culturale inizia a vedersi, con i ragazzi che curano il verde, a partire dalle scuole”.
La messa in sicurezza del territorio collegata al risanamento, infine. “E’ questa la grande opera utile – conclude il sindaco nel suo ultimo intervento -, questa la buona edilizia. Siamo in un territorio fragile, non dimentichiamo Giampilieri, e il terremoto è un’eventualità possibile”. Gli chiedono, ancora, delle baracche del dopo 1908. “Su questo tema ci sono state mille speculazioni. Ci sono ancora molte zone di povertà e stiamo facendo percorsi nuovi. Invece che costruire nuovi palazzi, realizzeremo verde e centri culturali. Le case le compriamo direttamente sul mercato, sono in svendita”.
(Marco Ipsale)