"La filiale di Messina non può essere chiusa ma va trasformata in una filiale ad ampia operatività". A sostenerlo i parlamentari di Area Popolare, Enzo Garofalo e Bruno Mancuso che hanno chiesto un incontro al direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi.
"Sappiamo che la Banca d'Italia sta procedendo ad una riforma organizzativa della sua struttura territoriale finalizzata ad una riduzione dei costi – scrivono – ma la chiusura della filiale di Messina, la città più grande tra le 25 nelle quali si trovano filiali di Bankitalia, non può essere disposta senza avere tenuto in debito conto alcune sue peculiarità. "Se si chiudesse la struttura – evidenziano -, Messina sarebbe l'unica città metropolitana a non avere una sede della Banca d'Italia con ripercussioni importanti sul territorio dove tra l'altro, assolve ad una importantissima e insostituibile funzione di controllo. Da un recente studio di UnionCamere, infatti – sottolineano -, Messina è al primo posto in Italia per la pericolosità sociale ed economica delle attività usuraie e la Banca rappresenta un presidio fondamentale di contrasto alla criminalità".
I parlamentari chiedono di "trasformare invece la filiale in Filiale ad ampia operatività" consentendo alla sede di Messina di tornare a gestire il proprio contante sottrattole tre anni fa a favore della filiale di Catania che, tra l'altro, spesso non riesce a smaltirlo. “Se da un lato – concludono i parlamentari – in un momento di crisi economica è naturale e giusto stringere la cinghia ed efficientare i costi, riteniamo tuttavia altresì importante farlo senza sottovalutare elementi importanti come quelli sopra indicati".
Al direttore Salvatore Rossi si rivolge anche il sindaco Renato Accorinti, che ha scritto una lettera: "In un momento di crisi economica fortemente percepita, privare una città metropolitana di una struttura stabile della Banca d'Italia, che costituisce un presidio di legalità e di controllo del territorio, anche in vista delle nuove competenze che le verranno attribuite, desta grave preoccupazione. Le chiedo quindi, pur nel rispetto dell'esercizio dell'autonomia organizzativa dell'Amministrazione che lei dirige, di ripensare il progetto di riforma in questione, mantenendo la filiale di Messina e attribuendole funzioni consone ad una città metropolitana”.