Un fallimento su tutti fronti. Questo è stato secondo Felice Calabrò, coordinatore del pd in Consiglio comunale, l’operato dell’ex sindaco Giuseppe Buzzanca. «I nodi – scrive Calabrò in una nota – vengono sempre al pettine e la città, lentamente ma in maniera traumatica – basti pensare all’emergenza stipendi che si registra in questi giorni sia al Comune, che all’ATM ed a Messinambiente – sta prendendo coscienza della gestione fallimentare conclusasi lo scorso 30.08.2012, giorno delle dimissioni del detto primo cittadino».
Secondo l’esponente del centro-sinistra «l’ex Sindaco ha lasciato una città sul baratro. La sua gestione fallimentare ha determinato lo sforamento del patto di stabilità, sempre la stessa gestione ha svuotato le casse comunali facendo venire meno la liquidità fondamentale, linfa vitale per la sopravvivenza dell’ente locale».
Calabrò torna anche sulla bocciatura del consuntivo: «l’attento esame della votazione consiliare, relativa al rendiconto 2011 scrive – smentisce ogni tentativo di fare passare la stessa sotto forma di una banale caccia alle streghe, o caccia al responsabile. L’analisi scrupolosa di quel voto (10 contrari, 7 astenuti ed 8 favorevoli), di quella espressione di volontà, evidenzia, inequivocabilmente, la presa d’atto da parte del Civico Consesso della fallimentare gestione politico-amministrativa rappresentata dalla sindacatura Buzzanca. Il Consiglio Comunale con quel voto, convinto e consistente, ha espresso un giudizio negativo, inesorabile e definitivo, senza appello».
Il coordinatore del Pd elenca, poi, quelli che definisce « insuccessi – o meglio errori – della precedente amministrazione, che sono acclarati da soggetti terzi, basta prendere ad esempio la posizione dell’Assessorato Regionale ai trasporti nell’ambito della vertenza ATM, o ancora i provvedimenti adottati dal commissario straordinario, dott. Croce, il quale in questi giorni ha presentato al Consiglio una proposta di delibera di revoca della precedente delibera istitutiva della New Co/Feluca, quest’ultimo provvedimento, infatti, nelle intenzioni dell’ex primo cittadino avrebbe dovuto risolvere le problematiche connesse alla questione Feluca. Anche tale scelta, da noi contrastata in ogni sede – attacca Calabrò – è stata posta nel nulla, attesa l’inconsistenza stessa che l’aveva caratterizzata».
«Orbene – conclude nella nota Calabrò – proprio nella gestione – o meglio non gestione – delle partecipate, si è appalesata ancor di più l’inadeguatezza, l’approssimazione e la superficialità del precedente esecutivo, che, compiendo scelte sbagliate, o addirittura non compiendo alcuna scelta, ha determinato situazioni di grande difficoltà da cui sarà difficile venirne fuori».