Il Prg, il concetto di sicurezza in una città ad alto rischio sismico, il dissesto idrogeologico, i continui botta e risposta tra Comune e Genio Civile. Parlare di edilizia, oggi, a Messina significa anche parlare di tutto questo. Lo ha fatto, con una nota consegnata al sindaco Buzzanca, l’ing. Luigi Giacobbe, esperto a titolo gratuito per la consulenza nelle problematiche edilizie. «Il constatare che il territorio di questa città abbia più volte subito violenza non è una novità – scrive Giacobbe -, che ciò derivi dalla dissennata politica di espansione urbanistica degli ultimi 40 anni è altrettanto evidente. Se a tutto ciò aggiungiamo gli effetti dell’ultimo Prg e la convulsa produzione di normative che, in nome della semplificazione, di fatto non consentono il controllo degli uffici a ciò deputati, si comprende lo stato confusionale in cui versa l’utenza ed il nervosismo che connota i rapporti tra amministrazioni diverse. L’utenza si disorienta sempre più, quando la stampa riporta puntualmente le “bacchettate” che si scambiano Comune e Genio Civile; vorrebbe invece che si disponesse di una “bacchetta magica”, con la quale in questa città riapparissero serenità e competenza. Con quel poco che io dispongo dell’una e dell’altra, mi permetto di insistere sul fatto che la tutela ambientale ha due aspetti fondamentali: quello paesaggistico e quello della stabilità del territorio, che sono cose profondamente diverse. Il primo aspetto attiene al “dove” si costruisce, il secondo al “come”, mischiare i due aspetti, confondendo le competenze degli uffici è quanto di peggio si possa fare nella situazione attuale e in quella futura».
Primo aspetto: «La tutela del paesaggio – scrive Giacobbe – non si basa su alcuna regola se non il rispetto e la conservazione della “bellezza” di un sito, è una scelta in cui le valutazioni dell’ingegneria (rischio sismico, rischio idrogeologico, stabilità dei pendii, etc….) non hanno quartiere. Questo concetto molto semplice non ha trovato grande considerazione nel disegno della nostra città e di “bellezza” ne abbiamo distrutta tanta; che ciò sia avvenuto per mancanza di sensibilità generale o per il perverso interesse di pochi non cambia la sostanza che sono le compromissioni e i guasti nelle colline e sulle coste». Passando a secondo aspetto, «il “come” costruire è un altro paio di maniche, perchè questo è un argomento che attiene solo all’ingegneria, il cui fine è sempre e comunque quello di abbassare il più possibile il “livello di rischio”, rischio che è sempre presente. Se alla presenza del rischio dovesse corrispondere l’inedificabilità, Messina sarebbe una landa disabitata e invece siamo qui nonostante il fatto che sul pianeta la nostra città presenti un altissimo rischio sismico. Come mai? E’ semplice spiegarselo con il fatto che la comunità ha scelto nei secoli di affrontare il sisma, utilizzando le tecniche dell’ingegneria antisismica, di più non si poteva, e se quello che è stato fatto, è stato realizzato bene, lo verificherà il Padre Eterno quando (periodo di ritorno) e come (intensità del sisma) vorrà».
«E’ appena il caso – prosegue l’esperto del sindaco – di osservare che tra le tante cose riportate nelle nuove norme tecniche (2008) si è fatto in modo di liberalizzare le altezze delle costruzioni senza più vincoli rispetto alla larghezza delle strade su cui prospettano, il che significa che per norma viene compromessa nell’emergenza la possibilità di muovere i mezzi di soccorso in tante parti della città. A questa notevole lacuna in termini di sicurezza è necessario porre rimedio, trovando una logica rispondente nelle Norme di attuazione del futuro Prg. Se, in sintesi, vogliamo anche riassumere il rischio idrogeologico possiamo semplicemente dire che se non provvediamo a sistemare gran parte dei torrenti che attraversano la città, alla prima “bolla d’acqua” i danni non saranno lievi. A tutto ciò va posto rimedio programmando, soprattutto nel campo idrogeologico, interventi che spaziano dalla manutenzione alla ristrutturazione dei corsi d’acqua, imponendo per le nuove costruzioni (è la legge che lo richiede) il rispetto della regimentazione delle acque meteoriche».
«Nel contesto di serenità e competenza che prima richiamavo – conclude Giacobbe – non sarebbe difficile disegnare un nuovo Prg, che tenga conto di “bellezza” e “sicurezza”, il problema è la gestione attuale con il Prg di cui disponiamo che di problemi ne solleva molti e che se non saranno gestiti con la necessaria competenza e soprattutto con un rapporto sereno tra i vari uffici, potrebbero diventare oggetto di controversie giudiziarie tra l’utenza e gli uffici, il cui esito sarà difficilmente favorevole all’Amministrazione».