A fine settembre, dopo aver ricevuto la segnalazione della posa del cemento nell’area del mosaico danneggiato dall’incendio in Galleria Vittorio Emanuele gli uffici della Soprintendenza hanno effettuato un sopralluogo, stilato un verbale e provveduto a presentare un esposto in Procura, trasmettendolo per conoscenza anche al sindaco Accorinti.
Quella malta cementizia là dove c’era il mosaico devastato dall’incendio del 26 gennaio scorso non è stata autorizzata dalla Soprintendenza, dal momento che finora non è mai pervenuto negli uffici di via Buon Pastore alcun progetto, come invece concordato nel corso del sopralluogo congiunto di febbraio tra il Dipartimento patrimonio e i dirigenti della sezione Beni architettonici. Nei primi giorni successivi al rogo doloso che ha devastato il prezioso mosaico Soprintendenza e Comune avevano infatti concordato di operare necessariamente in sinergia, anche perché la Galleria Vittorio Emanuele è un bene sottoposto a regime di vincolo della Soprintendenza stessa. Invece nessun progetto d’intervento è stato presentato dall’amministrazione alla Soprintendenza, nonostante i solleciti, né è stata richiesta alcuna autorizzazione prima di effettuare i lavori dello scorso mese.
Il Comune ha inviato una nota alla sezione Beni architettonici soltanto a cose fatte, dopo la posa del cemento. Quindi l’esposto c’è, a mancare invece è quella necessaria sinergia prevista peraltro dal fatto che la Galleria è un bene sotto vincolo sia architettonico che storico-artistico (ed infatti interessa ben due unità: la sezione beni architettonici e la sezione beni storico-artistici).
“La Galleria Vittorio Emanuele è all’attenzione del Soprintendente Rocco Scimone e delle due sezioni, quasi quotidianamente, cerchiamo di monitorarla con la massima vigilanza – spiega la dottoressa Maria Mercurio, direttrice sezione Beni Architettonici- Sia il mio gruppo, che quello della dottoressa Grazia Musolino, che si occupa della sezione beni storico-artistici, pur avendo pochi mezzi, come è noto, crediamo molto nella necessità di riqualificare e valorizzare pienamente e nel migliore dei modi la Galleria. Ma questo necessita della collaborazione di tutti, dobbiamo tutti operare per tutelare il sito. Sarebbe auspicabile che il Comune collaborasse con noi ma finora abbiamo potuto constatare che non dialoga. Non mi riferisco solo alla vicenda seguita all’incendio che ci ha lasciato molta amarezza. Sulla riqualificazione e valorizzazione della Galleria abbiamo promosso una serie di incontri anche con gli Ordini degli architetti, con le scuole. Ma il Comune non ha mai partecipato. Subito dopo l’incendio ci sono state diverse interlocuzioni che andavano nella direzione della collaborazione. Poi, a maggio-giugno abbiamo fatto un ulteriore sollecito. Senza esito”.
Subito dopo l’incendio doloso di fine gennaio quindi c’è stato un sopralluogo congiunto dei dirigenti della Soprintendenza e di quelli del Comune, insieme all’architetto Celona, che si sta occupando di quel progetto di riqualificazione al centro di un tavolo tecnico istituito sin dall’estate 2014 su proposta dei consiglieri comunali Nina Lo Presti e Daniele Zuccarello. In occasione del sopralluogo è emersa la necessità di un intervento di restauro nonché a tutela dell’area danneggiata. Intervento che doveva essere effettuato in sinergia ed esclusivamente dopo la presentazione del progetto alla Soprintendenza. Sia il metodo adottato che il materiale utilizzato infatti dovevano essere concordati con chi è preposto alla tutela di un Bene di valore, elementi questi suggeriti non solo dai rapporti tra Istituzioni ma anche dal buon senso. Nonostante il sollecito del progetto avvenuto tra maggio e giugno l’amministrazione non ha trasmesso alcuna relazione. Mentre gli uffici della Soprintendenza attendevano è invece arrivata la segnalazione della posa di malta cementizia effettuata dall’amministrazione. E’ quindi scattato un nuovo sopralluogo, concluso con un verbale che è stato sottoposto all’attenzione del Soprintendente Scimone, e successivamente l’esposto è stato trasmesso al sindaco ed alla Procura.
“Se l’amministrazione si è vista costretta ad un intervento per motivi di sicurezza si poteva trovare un modo per recintare l’area in attesa del restauro- prosegue la dottoressa Mercurio- La malta cementizia non è di facile rimozione e al momento della rimozione stessa ci possono essere rischi per i tasselli limitrofi. Era un’opera che si doveva fare in sinergia”.
Una comunicazione postuma non può bastare a chi, da tanti anni, si sta impegnando affinché la Galleria riesca ad avere quel ruolo che i nostri nonni realizzandola avevano immaginato: il luogo dove una comunità ha un’anima, un’identità, si incontra, cresce.
La vicenda è l’ultimo capitolo di un dialogo difficoltoso tra le due istituzioni. L’8 settembre infatti, nell’accogliere positivamente il progetto (per la manutenzione e la sicurezza) presentato dall’associazione La Galleria così scriveva il Soprintendente Rocco Scimone: “abbiamo sollecitato più volte codesto Comune cui si attesta la titolarità dello spazio della Galleria e codesto sindaco responsabile in via primaria del decoro, della conservazione e dell’uso del bene monumentale in questione ad attivare ogni procedura necessaria. Nonostante le numerose partecipazioni a tavoli tecnici convocati da questa amministrazione e finalizzati alla risoluzione del grave problema di incuria e abbandono non si è MAI giunti alla definizione delle opere necessarie per istituire il giusto decoro e le misure di sicurezza del sito che versa in uno stato di degrado e deterioramento materico. Questa Soprintendenza accoglie favorevolmente la lodevole proposta dell’Associazione e chiede agli Assessori di voler porre in essere con l’urgenza che il caso richiede le iniziative volte a stabilire le modalità di attuazione della proposta e si resta in attesa di un incontro tecnico”. Scimone indicava poi i nomi del responsabile dell’istruttoria, architetto Irene Ruggeri con la collaborazione di Rosalia Torrenzano ed il responsabile del procedimento architetto Maria Mercurio, dirigente dell’Uos sezione beni architettonici.
Venerdì il caso è stato sollevato dal consigliere comunale Daniele Zuccarello con una nota attraverso la quale chiedeva se l’intervento fosse stato concordato con la Soprintendenza (vedi qui). L’assessore Pino nel replicare ha spiegato che l’opera è stata effettuata con assoluta urgenza (sebbene l’incendio risalga a ben 10 mesi fa) e non ha danneggiato il mosaico: “Stiamo lavorando alla definizione di un progetto di riqualificazione complessiva del prestigioso edificio che merita ogni attenzione”.
A prescindere dal fatto che è trascorso ormai un anno e mezzo dall’istituzione del tavolo tecnico, sarebbe auspicabile adesso operare con spirito di squadra tenendo in considerazione chi, come la Soprintendenza, ha le competenze e l’assoluta determinazione di riqualificare il bene nel miglior modo possibile, tutelando un’opera che è stata più bistrattata dagli amministratori per decenni che non dalla guerra…. Il Soprintendente concludeva la lettera dell’8 settembre invitando gli assessori Pino e Perna ad un incontro urgente. E’ trascorso quasi un mese, e nel frattempo è finita malta cementizia là dove c’era un mosaico da restaurare.
Rosaria Brancato