A Sant’Alessio i lavori stanno proseguendo senza intoppi, si pensa di concluderli in tarda serata e di ripristinare l’erogazione a partire dalla notte. Servirà poi ancora qualche giorno perché l’acqua possa arrivare a pieno regime in tutta la città ma il pericolo di un’altra grave crisi idrica sembra scampato. La paura, però, rimane, anche perché i campanelli d’allarme si sommano, basti pensare che nello studio di vulnerabilità dell’acquedotto Fiumefreddo, presentato dall’Amam, sono individuati ben 45 punti a rischio, dei quali 9 ad alta pericolosità.
“L’emergenza idrica non è scattata ieri sera, ci siamo dentro da novembre e ci resteremo fin quando non si sistema il territorio – afferma il presidente dell’Amam, Leonardo Termini -. Ricordo che, ad esempio, Forza d’Agrò è una bomba ad orologeria, finora tenuta a bada ma pronta a scoppiare. Eppure c’è il silenzio da parte degli enti, la Regione ha declinato le proprie competenze e riversato la responsabilità sui Comuni. Noi abbiamo già fatto alcuni interventi e stiamo cercando le risorse necessarie per mitigare il rischio, senza alcuna ripercussione sull’utenza. Fin quando sarò io presidente, non saranno i cittadini a pagare la crisi idrica in termini economici”.
Ma ci sono anche delle responsabilità di Amam, per aver fatto troppo tardi uno studio sulla condotta del Fiumefreddo? “Non accetto che si parli di condotta ammalorata – risponde Termini -, non è vero, venga qualunque perito a dimostrarlo, oggettivamente non è così. Anche a Sant’Alessio c’è stato un movimento del terreno che ha danneggiato la condotta in un punto di saldatura. Il nostro geologo sta facendo le perizie ma la spinta si vede a occhio nudo. Se ci fosse stata una corrosione della condotta lo avrei detto, ci saremmo presi le nostre responsabilità, invece vorrei sapere cosa stanno facendo gli assessorati, vorrei sapere perché, nonostante gli impregni presi da Siciliacque per ripristinare la condotta dell’Alcantara entro questo mese, siamo al 27 aprile e non vedo nessuna attività. Se avessimo avuto l’Alcantara, anche a ottobre e novembre, i disagi sarebbero stati limitati perché quell’acqua arriva al serbatoio di Tremonti e può essere utile per rifornire la parte alta della città, quella che soffre di più in questi casi”.
Se, però, la condotta è in buone condizioni, non altrettanto lo è la rete idrica interna, non sempre in grado di rispondere alle esigenze di tutti i cittadini. “La rete è vetusta rispetto allo sviluppo della città – conclude Termini – e abbiamo presentato una progettualità, quindi non solo un intento, per ammodernarla. Ma nessuno si può nascondere dietro un dito o riversare responsabilità su altri. Non lo facciamo e non vogliamo lo si faccia con noi, bisogna stabilire chi deve fare cosa. Ad esempio mi dicono che il milione promesso a novembre in seguito al danno di Calatabiano non è neanche iscritto in bilancio. E allora si deve fare chiarezza una volta per tutte e intervenire prima che sia troppo tardi”.
(Marco Ipsale)