“In questi giorni di lutto per la nostra provincia il primo pensiero non può che andare a Luigi e Giuseppe Valla, a Luca Vinci, vittime incolpevoli di una violenza naturale che nessuno poteva immaginare solo poche ore prima della tragedia. Un bambino che muore lascia sempre l’amaro in bocca, soprattutto, poi, se la sua morte si verifica in circostanze così tragiche. E un padre e un figlio che lottano insieme per salvare la propria casa e muoiono per essa sono immagini che straziano il cuore come fossimo in un contesto bellico. E’, dunque, a Luigi, Giuseppe e Luca ed alle loro famiglie che va il nostro cordoglio, il nostro pensiero e la nostra solidarietà.
Un attimo dopo non possiamo non pensare alle tante famiglie sfollate le cui case violentate o messe a rischio dalla natura sono diventate insicure ed i sindaci necessariamente hanno dovuto ordinarne lo sgombero. Centinaia di uomini, donne e bambini, sono ospitati da parenti o alloggiati in strutture alberghiere e non possiamo non avvertire un profondo sentimento di solidarietà per persone che certamente hanno subito un trauma psicologico forte e che sono state strappate alle loro case, ai loro quartieri, ai loro paesi.
Un terzo pensiero va a tutti gli abitanti dei comuni colpiti, da Messina zona nord, a Villafranca, Saponara, Rometta e fino a Barcellona, ai loro sindaci ed amministratori, che si sono svegliati in un contesto da «giorno dopo» con case e cantinati invasi dal fango, auto distrutte, aziende e negozi devastati, strade e piazze inagibili, zone isolate senza possibilità di essere raggiunte spesso neanche telefonicamente.
Tutti si sono mossi immediatamente e con grande spirito di sacrificio e con un’esemplare voglia di tornare alla normalità il più presto possibile. La stessa sera del nubifragio, di quello sventurato 22 novembre, cittadini e commercianti, insieme a ditte incaricate dai comuni, già si erano messi all’opera per liberare case e negozi da quella enorme quantità di detriti e fango.
La solidarietà è scattata subito, giovani volontari, la protezione civile, l’esercito ecc. tutti sono intervenuti soprattutto su Saponara e Barcellona per cercare di recuperare le vittime in un caso, magari con l’iniziale speranza di trovarle ancora vive e per liberare una città nell’altro caso. Gli altri paesi, pur non avendo danni inferiori, hanno compreso il dramma che coinvolgeva vite umane e, piuttosto che reclamare interventi, si sono organizzati e con fatica e sacrifici hanno cercato di porre rimedio, fin dove hanno potuto, ai disastri verificatisi. Ma i danni sono veramente enormi ed ogni giorno se ne scoprono di nuovi: quartieri inagibili, strade, anche e soprattutto provinciali, impercorribili, infrastrutture – acquedotti, fognature, depuratori – danneggiate, aziende e attività commerciali in ginocchio ecc. Per questo, ed a giusta ragione, i sindaci hanno chiesto immediatamente lo stato di calamità e fortunatamente in questo la sensibilità delle istituzioni regionali e nazionali hanno portato subito alla dichiarazione dello stato emergenziale che come è noto consente interventi più veloci e soprattutto pastoie burocratiche meno strette.
Sappiamo che il presidente Ricevuto, su richiesta dei sindaci, nell’incontro in Prefettura con i ministri, ha sottolineato la necessità di sospendere per le popolazioni colpite il pagamento di mutui e tributi fiscali e speriamo che questo sia concesso e dia un pò di sollievo all’economia colpita da questa catastrofe. Ognuna delle istituzioni pubbliche, dunque, ha fatto e deve continuare a fare la sua parte anche dopo che il triste rito funebre che si svolgerà a Saponara Marittima alle 10.30 del 1° dicembre avrà fatto calare il giusto, rispettoso e doveroso religioso silenzio sulle vittime di questa sciagura.
Non vogliamo neanche pensare che, spentesi le luci della ribalta nazionale, le nostre popolazioni, i nostri Comuni e noi stessi possiamo essere lasciati da soli ad affrontare un’emergenza di tale portata per come in parte è successo anche per la tragedia del 1 ottobre 2009 nonostante l’ancor maggiore tributo di vittime. A mio modo di vedere, il primo nostro compito è quello di evitare che ciò accada e, quindi, dobbiamo istituire subito un’unità di crisi che riferisca periodicamente alla commissione consiliare competente e che possa da un lato aiutare i Comuni, anche se necessario dal punto di vista tecnico, ma soprattutto che continui a martellare incessantemente tutti gli organi deputati alla gestione delle emergenze affinché, magari presi da altre emergenze, non dimentichino i nostri morti, i nostri paesi e soprattutto la necessità di mettere in sicurezza il territorio, affinché tali drammi non abbiano più a ripetersi. Questo è il ruolo che la Provincia può e deve svolgere, oltre al fatto che da se stessa deve intervenire subito e questa volta in maniera risolutiva su tutte le strade provinciali inagibili o danneggiate, soprattutto in quelle dove da tale intervento dipende la possibilità per migliaia di persone di raggiungere in sicurezza le proprie frazioni e le proprie abitazioni.
Questo è il momento di fare interventi risolutivi, perché non è più possibile che i danni si ripresentino sempre sulle stesse strade, che ogni volta rimangono chiuse per lunghi periodi. Bisogna intervenire seriamente anche confidando sui fondi dell’emergenza, per i quali tutti dobbiamo farci parte diligente affinché siano stanziati in tempi rapidi e non dopo due anni, come successo per Giampilieri. Dobbiamo fare in modo, assumendoci il ruolo di Provincia che coordina i Comuni, di supportarli anche nelle difficoltà che gli stessi hanno nei confronti di enti extraterritoriali – Anas, ex Ferrovie dello Stato, Cas, Telecom, Enel, Snam, Terna – enti che intervengono sui territori, realizzano infrastrutture lasciando poi ai Comuni l’onere di gestire le conseguenze degli stessi. Mi riferisco in particolare alle Ferrovie che con l’abbandono della vecchia linea ferrata hanno rappresentato una concausa dell’alluvione, mi riferisco all’Autostrada che in molti punti – ivi compresi quelli interessati dall’alluvione – scarica sulle strade provinciali o comunali sottostanti tutte le acque meteoriche non adeguatamente raccolte, mi riferisco alla Snam alla quale bisogna chiedere di riverificare i canali di scolo delle acque meteoriche.
Non perdiamo l’occasione di dimostrare che la Provincia ha ancora un ruolo in questo territorio, non perdiamo l’occasione di dare aiuto alle popolazioni, ai Comuni ed agli operatori economici che in questo momento sono in ginocchio e che non aspettano passivamente aiuti, ma auspicano che la Provincia svolga quel ruolo di coordinamento che la legge e la vocazione territoriale le assegnano”.
Il vice presidente del consiglio provinciale
Enzo La Rosa