FURCI SICULO. Chi si aspettava le dimissioni del sindaco Sebastiano Foti il prossimo ottobre è destinato a rimanere deluso. Il primo cittadino resterà in carica sino all’ultimo giorno del mandato. “Il momento è difficile – taglia corto Foti – ma non ho alcuna intenzione di mollare”. In realtà nel Palazzo si respira aria pesante. Basti pensare che ci sono 54 dipendenti indagati (su 85) e che il Bilancio è stato commissariato.
Sindaco, cosa sta succedendo?
“Dico da febbraio che sono stanco fisicamente e psicologicamente perché è cambiata la funzione del sindaco con tutte le responsabilità. Ci sono difficoltà enormi che ricadono tutte nella responsabilità della Giunta e del primo cittadino. Non è più come vent’anni addietro, quando dedicavo due ore al giorno all’Amministrazione del paese e bastavano. Ora l’impegno è di molte più ore e non si arriva lo stesso. Tra l’altro il mio lavoro (medico, ndr) non mi consente di poter fare di più. Non avevo detto che mi sarei dimesso, ma che stavo avviando una riflessione per lasciare eventualmente campo libero in autunno, con qualche mese di anticipo rispetto alle elezioni, che si svolgeranno a giugno”.
Ma alla fine si dimetterà?
“No. Non lo farò. E ciò è frutto di una riflessione importante: non voglio ripetere l’errore che ho fatto quarant’anni addietro quando dissi al compianto professore Carmelo Garufi, l’allora primo cittadino che in un momento di crisi si dimise, che chiunque a Furci avrebbe potuto fare il sindaco. Niente di più falso ed ora per allora gli chiedo scusa e perdono. In quel momento storico solo lui solo era in grado di fare il sindaco. La storia si ripete. Ciclo e riciclo".
Qual è a suo avviso la soluzione politica per uscire dall'ìmpasse, adesso?
"Non vedo alcuna soluzione. All’orizzonte vedo solo buio. E ciò mi fa pensare. Perché penso che potrebbero andare ad amministrare soggetti del passato ora considerati punto di riferimento e che ritengo responsabili di una decadenza politico-amministrativa del paese. Ebbene essi vanno contrastati. E non lo dico per fini personali, in quanto ribadisco che io non sarò candidato. Sono coerente. Da cittadino però mi arrogo il diritto di scegliere chi sarà non il mio successore nella continuità, ma il successore nella storia dell’amministrazione del mio paese. Ci sono tanti giovani validi. Se essi si faranno interpreti, in maniera innovativa, di un percorso di crescita per il paese, che ben vengano. Ma se si fa riferimento a soggetti che hanno fatto del male al paese, ciò mi fa pensare ad una terza via”.
CARMELO CASPANELLO