Fotografo e scrittore, Lucio Lanza racconta a Tempostretto.it la nascita della sua passione per l’obiettivo e come sia cambiata nel tempo la ricerca della foto perfetta, chimera di ogni artista che si rispetti. Lanza fa parte di quei fotografi artisti tanto nell’arte dell’attesa che in quella di saper cogliere l’attimo fugace ed inoltre è un appassionato difensore dell’elaborazione delle immagini che giunge al massimo splendore nelle sue foto astratte: «in realtà questi programmi servono a piegare alla fantasia dell’autore la realtà che ha catturato con la sua macchina, non a correggere gli errori». Armato di grande fantasia e di pari ironia, Lanza si muove a suo agio fra le immagini e la scrittura – ha scritto numerosi libri, specialmente short stories – e la perfetta crasi di questa vivacità espressiva sono i suoi esperimenti dove combina immagini e testo. Lucio Lanza ha partecipato a numerose mostre, tanto personali che collettive distinguendosi per le scelte cromatiche, la trasfigurazione e la valorizzazione degli oggetti quotidiani e l’entusiasmo. La sua ultima mostra? Oltre cento delle sue immagini decorano i locali del nuovo reparto di
"Unità Spinale" dell'Ospedale Cannizzaro di Catania.
Quand’è nata la tua passione per la fotografia?
Fin da piccolo, quando mi regalarono una macchinetta, credo una Minolta. Poi la passione per il disegno, la acquaforte, le arti figurative in generale… infine la svolta è stata attraverso il digitale. Checché ne dicano i detrattori (che di solito non sanno usarlo) il digitale permettere di migliorarsi molto di più che le vecchie tecniche
Come scegli cosa scattare? Insegui una determinata foto che immagini prima nella tua mente o piuttosto scegli un soggetto e ti affidi alla creatività e all’istinto?
Ho sempre la macchina fotografica nello zaino, scatto di tutto e su tutto. Poi, a casa “vuoto il carniere” nel pc e lavoro sulle foto. Prendo immagini, ne ritaglio particolari. Uso molto Photoshop e altri software di fotoritocco. Che i soliti detrattori disdegnano (perché non li sanno usare). In realtà questi programmi servono a piegare alla fantasia dell’autore la realtà che ha catturato con la sua macchina. Non, come pensano molti, a correggere difetti. La foto deve essere bella e di qualità fin da subito. Sento spesso dire: “la foto deve essere così come è, senza ritocco”. Se ci si fermasse un attimo si penserebbe che anche in camera oscura, il fotografo tradizionale, decidendo i tempi dei bagni e della esposizione, sta in effetti applicando un fotoritocco. Le prime foto erano in bianco e nero. Il mondo è a colori.
Oggi siamo quotidianamente bombardati da immagini di varia fattura via tv, internet e smartphone. Eppure uno scatto di qualità è ancora capace di colpire l’attenzione di chi osserva. E’ dunque questo il vero potere delle immagini?
Oggi come non mai, in cui i tempi di esposizione a un messaggio sono sempre più frenetici, una immagine azzeccata può comunicare molto più di qualunque testo scritto. Una immagine può contenere diversi livelli di lettura e diversi significati e parlare a più persone contemporaneamente, trasmettendo un segnale, ma lasciando liberi, entro certi limiti, di decodificarla. Per questo nelle mie mostre imperniate sul fotoastrattismo, le mie foto hanno un numero identificativo e non un titolo.
Hai pubblicato diverse raccolte di racconti. La scrittura e la fotografia sono due modi diversi per catturare la realtà e reinterpretarla? Esattamente. La fotografia per me è un modo di raccontare che per il momento mi è più congeniale. Forse in seguito tornerò alla scrittura (che in realtà non ho mai abbandonato) Ho anche fatto degli esperimenti combinando immagini e testo all’interno, componendo parole e frasi facendole interagire con le immagini.
Rispetto ai tuoi primi scatti, come definiresti la tua evoluzione creativa?
Sto ancora evolvendomi, è un processo che non finirà mai. Non rinnego le foto più vecchie, ma cerco comunque di sganciarmi dal già visto e procedere oltre.
Ad un romanziere chiederei quale romanzo storico avrebbe voluto scrivere…c’è una foto in particolare che vorresti “rubare” ad uno dei maestri della fotografia?
Migliaia. Però in prima istanza mi è apparsa in mente “il Le Baiser de l'Hôtel de Ville” di Doisneau.
Esiste la foto perfetta?
Certo! Ogni mia foto lo è per me, al momento che la pubblico. E così anche per gli altri, no?.
Sul web:
http://www.foto-sicilia.it/fotografo.cfm?idfotografo=219
http://www.vogue.it/photovogue/Profilo/b5401702-8900-418c-9815-e4c98854095b/User
www.luciolanzaphoto.jimdo.com –
luciolanza@tiscali.it
Collaborazione con Zoltan Fazekas alla installazione “La Terra Trema”; Fotografie della installazione “La terra Trema” per il catalogo del Festival del Cinema di Frontiera di Marzamemi, Ed. 2006.; Mostra “Percorsi Inversi” a Villa Fortuna, Acitrezza,settembre 2007; Mostra “InconsapevolMENTE”, Pizzartè, Catania; Mostra “Corrispondenze”, Antica Corte di Palazzo Barbagallo, Nicolosi; E’ nel gruppo “Taccuini del Mediterraneo”
www.taccuinidelmediterraneo.jimdo.com con: Maurizio Cosua, Miquel Guillem,
Sergio Pausig (ideatore del gruppo), Michelangelo Penso, Antonio Recca, Giuseppe Maiorana, Salvo Butera , Mario Lo Conte, Lucio Lanza, Sergio Inglese, Antonino Palminteri, Tano Brancato, Rosario Genovese, Antonio Santacroce, Dominique Pinchi. Esposizioni a:Palazzolo Acreide – Museo del Viaggiatore in Sicilia Noto – GAN / Galleria Civica d’Arte Contemporanea Vizzini – Galleria di Arte Contemporanea del Comune di Vizzini San Vito al Tagliamento (PN) – Chiesa di San Lorenzo La Granja de la Frontiera – Sala de l’Abadía de La Granja de la Costera Valencia – Ca Rivolta Catania – Museo Civico Castello Ursino; Collezione del Feudo Vagliasindi – Randazzo (www.feudovagliasindi.it) Fotografie pubblicate sulla rivista “Aliante”, presso l’aeroporto di Catania e sulla rivista “L’Urlo”; Sue fotografie (circa 100) decorano la Unita’ Spinale dell’Ospedale CANNIZZARO di Catania