MESSINA – Adelina, Rosetta e Caterina, stamane sono entrate nella sede Uil di viale San Martino vestite della elegante compostezza del lutto. Quando si sono trovate davanti il cartellone con lo slogan: “Non sono incidenti sul lavoro, è omicidio”, quando sono stati donati loro dei fiori, non sono riuscite a trattenere la commozione. Perché Adelina, Rosetta e Caterina sono rispettivamente la mamma e le sorelle di Salvatore Ada, l’operaio morto sul cantiere di servizio dei lavori al viadotto Ritiro un anno fa.
Un incidente sul lavoro che la Uil ha voluto ricordare con la cerimonia cui hanno preso parte le tre donne e gli altri familiari, che hanno ricevuto una targa commemorativa.
Una targa che il sindacato, come i nostri lettori, vorrebbero “affiggere” al viadotto stesso. Proprio nell’occasione il sindacato ha rinnovato la proposta, già avanzata al Consorzio Autostrade e arrivata dai nostri lettori subito dopo l’incidente, di intitolare il viadotto all’operaio.
“Urge mettere al centro dell’agenda delle istituzioni il tema della sicurezza sul lavoro, anche alla luce dei dati tragici e sconfortanti diffusi qualche giorno fa: sono, infatti, ben 677 i morti sul lavoro nei primi otto mesi del 2022, con una media di quasi tre vittime al giorno – ha detto il segretario generale Ivan Tripodo – Ecco perché, facendo tesoro delle recentissime parole espresse dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, è indispensabile sotto ogni profilo rilanciare con sempre maggior vigore la campagna nazionale della Uil denominata “Zero Morti sul Lavoro” poiché le parole e le condoglianze di circostanza non servono a nulla.
Pasquale De Vardo, segretario generale della Feneal Uil Tirrenica, la categoria alla quale era iscritto e militava Salvatore Ada, ha evidenziato le pesantissime criticità che vive il settore dell’edilizia sul tema della sicurezza sul lavoro che è strettamente connessa con la piaga del lavoro nero.
L’intitolazione, spiega la Uil, è un gesto doveroso per ricordare la figura di un uomo che il 12 ottobre 2021 è uscito di casa per andare a lavorare e non vi ha fatto più ritorno. Dopo il momento alla sede del sindacato, la cerimonia si è spostata proprio sul cantiere dove Salvatore ha perso la vita.
Gli accertamenti sul caso sono ancora in corso. La Procura di Messina ha messo sotto la lente le condizioni di sicurezza del cantiere ma ad un anno dall’incidente l’inchiesta è ancora in corso.
“Occorrono più risorse alla Giustizia ben venga il PNRR, non possono passare secoli di attesa della Giustizia, specie, per le morti bianche”, commentano infatti gli avvocati Filippo Mangiapane e Vincenzina Colaci che assistono la moglie di Salvatore. “Non è giusto, bisogna fare qualcosa intervenendo seriamente sulla materia della sicurezza e della Giustizia”