Rispetto ad oggi gli inverni di una volta erano molto più rigidi, tanto che secondo molti studiosi il periodo compreso fra la fine del 1600 e il 1800 può essere identificato come una piccolissima “era glaciale”, che segui il riscaldamento che caratterizzò gran parte del periodo medievale. Non tutti sanno che proprio in questo particolare periodo storico la neve in Sicilia si poteva vedere persino in aprile, tanto che in città come Palermo o Messina troviamo diversi eventi nevosi documentati, anche in primavera inoltrata (cosa oggi impensabile). Eppure uno degli inverni più rigidi della storia moderna siciliana è stato quello del 1895. Dopo un inizio stagione abbastanza mite, nel mese di febbraio l’andamento meteorologico muto drasticamente per l’irrompere di una serie di nuclei di aria molto gelida già presenti tra l’area balcanica, la Macedonia ed il nord della Grecia. Ebbene, tali nuclei gelidi, di origine continentale, grazie ad una fortuita distensione verso nord-est dell’anticiclone delle Azzorre riuscirono a catapultarsi di colpo verso il mar Ionio, invadendo la Calabria e la Sicilia, dove si verifico una brusca e improvvisa ondata di gelo (allora non si potevano prevedere bruschi cambiamenti del tempo), accompagnata da nevicate diffuse fin sulle coste e da una sostenuta ventilazione settentrionale che proprio al traverso della punta più meridionale della Calabria cominciava a virare più da NE, favorendo l’ingresso dell’aria fredda sotto gelidi venti di grecale anche sulla Sicilia orientale.
Proprio durante il tragitto sopra lo Ionio, che all’epoca era di -4°C -5°C più freddo rispetto ai giorni nostri (grazie a ciò le masse d’aria continentali in sfondamento dai Balcani potevano mantenere le loro origini gelidi una volta giunte a ridosso della Calabria e della Sicilia), l’aria molto gelida, d’estrazione continentale, fu in grado di umidificarsi notevolmente, raggiungendo le coste siciliane con un notevole carico di umidità che fu in grado di originare estesi annuvolamenti da “stau” (sbarramento orografico eretto dai Peloritani, Etna ed Iblei più a sud), ben esacerbati dall’aspra orografia locale che costrinse l’aria a sollevarsi verso l’alto raggiungendo la saturazione. Questi annuvolamenti, date le bassissime temperature che accompagnarono l’ingresso di questi nuclei estremamente gelidi, diedero la stura forti nevicate che sconvolsero tutto il territorio siciliano, comprese le coste più meridionali e la parte sud-orientale dell’isola (l’area di Capo Passero, considerato il punto meno nevoso d’Italia), con accumuli anche sui 30-40 cm di neve fresca lungo le coste del catanese e siracusano. In quei giorni di grande gelo anche le città di Messina e Reggio Calabria, cosi come Catania, Siracusa, Agrigento, Trapani e Palermo, furono sepolte da oltre 30-40 cm di neve fresca in 48 ore di fila di nevicate. Durante le bufere a Messina fu registrata una minima assoluta di ben -2.4°C, mentre la dirimpettaia Reggio Calabria si fermò a soli -2.3°C, grazie anche al consistente innevamento.
Valori davvero straordinari, ma che non potranno essere riconosciuti, purtroppo, come un dato ufficiale visto che a quel tempo non era possibile verificare l’affidabilità degli strumenti in dotazione ai vecchi osservatori meteorologici gestiti dall’idrografo. Notevole fu il dato di Messina, visto che l’allora osservatorio dell’idrografo si trovava posizionato in pieno centro, vicinissimo al mare, nelle vicinanze dell’odierno Istituto Nautico. Le forti nevicate del febbraio 1895 crearono tantissimi disagi in tutta la Sicilia, con molti centri e città isolate per giorni, e molte vittime. La popolazione pago a caro prezzo quell’insolita quanto eccezionale ondata di gelo. Molte città rimasero isolate per diversi giorni, mentre le cronache locali parlavano di decine di morti attribuiti al freddo. In quei giorni molte località costiere della Sicilia orientale scesero abbondantemente sotto la soglia dei +0°C. Per molte di queste si tratto delle ultime gelate registrate sul livello del mare, merito anche di un effetto “Albedo” mai più sperimentato a due passi dal mare. Per ritrovare nuovamente temperature sotto i +0°C in città bisogna risalire alle storiche invernate del febbraio 1929 e del marzo del 1949, quando per ben due giorni di fila la temperatura minima sulla città dello Stretto, interamente ricoperta dalla neve da nord a sud, piombò sotto i -0,2°C. Cifra che ad oggi rappresenta l’attuale record storico di freddo del capoluogo peloritano. Negli ultimi 10 anni solo durante la spettacolare nevicata della prima mattinata del 31 dicembre 2014 (la più precoce della storia messinese) si andò molto vicino, con la minima di +0,8°C raggiunta all’osservatorio meteorologico gestito dall’Aeronautica Militare.
Daniele Ingemi