L’appello è all’unità, a cercare di trovare una soluzione condivisa senza aprire nuovi fronti, consapevoli tutti che il 7 gennaio il rischio che l’Ars diventi la “pietra tombale” della legge Irccs-Piemonte c’è. I 90 deputati, dopo aver votato il 30 dicembre l’esercizio provvisorio, difficilmente saranno in Assemblea, men che meno per votare una norma che è vitale per Messina ma ininfluente per l’isola. Ma a 5 giorni dal ritorno della norma e dell’emendamento a scrivere è lo stesso primo firmatario, Santi Formica, peraltro “papà”, insieme al collega Beppe Picciolo dell’accorpamento tra le due aziende divenuto legge ad ottobre.
“Mai mi sarei aspettato di assistere ad un tentativo assurdo di provocare un grave danno alla città di Messina da parte di esponenti politici della città eletti per promuoverla e migliorarla- scrive Formica replicando al leader dell'Udc Gianpiero D'Alia- Il Piemonte in seguito al decreto Balduzzi era praticamente chiuso. Grazie alla sinergia tra il sottoscritto e i colleghi Picciolo, Grasso, Rinaldi, Germanà, Fontana, Musumeci, Ioppolo, Di Giacomo (presidente commissione sanità), Greco, Panarello e Laccoto, e il governo regionale e nazionale riusciamo a individuare la soluzione per salvare l'ospedale e contemporaneamente far nascere attraverso l'IRCCS Neurolesi il più grande centro di riabilitazione del meridione. La proposta nonostante i tentativi ostruzionistici diventa legge ormai definitivamente non essendo stata impugnata. A questo punto anziché esultare per una vittoria a favore di Messina e dare atto all'assessore Gucciardi di aver mantenuto gli impegni presi con la città si cerca fuori tempo massimo di interpretare in maniera fuorviante un parere ovvio quanto inutile là dove ribadisce la titolarità del patrimonio in capo alle aziende e la sua indisponibilità se non ai fini dell'esercizio della funzione sanitaria cosa peraltro già prevista nell'emendamento di Gucciardi. A che gioco giochiamo? Chi ancora tenta giochi politici sulla pelle dei messinesi sappia che non solo non ci riuscirà,ma che questa volta la città non glielo perdonerà”. Formica conclude la nota ricordando a D’Alia che nel caso dell’ex Margherita è un immobile di proprietà dell’azienda sanitaria che doveva passare alla Regione “proprio ciò che il parere e la legge non consentono, nel caso Piemonte-irccs il passaggio è tra due aziende sanitarie pubbliche come già avvenuto nel 2009 con la legge 5 che ha accorpato Papardo e Piemonte”.
Invita invece ad abbassare i toni e si dice pronto a soluzioni che comportino la definita applicazione della legge il capogruppo Ars di Sicilia Futura Beppe Picciolo: “Nessuno scontro epico tra gruppi politici. La piega che ha preso la questione Piemonte, divenuta una sterile contrapposizione fra gruppi con idee diverse sul modo di arrivare al comune obiettivo, non è quello che porterà Messina fuori dalle secche. Oggi, a 5 giorni dal voto d'aula, non sarebbe segno di maturità politica in un momento di grande difficoltà della nostra Comunità. Non ci interessa sapere la “proprietà dei muri dell’ospedale Piemonte”, dei “bilanci delle Aziende ospedaliere” e più in generale di quelli che definiamo tecnicismi giuridico-amministrativi.Quello che a noi interessa è la salvaguardia dell’ospedale e del Pronto Soccorso del nosocomio di Viale Europa che verrebbe ridotto ad una “trappola per topi”. Qualsiasi soluzione tecnica ci venga proposta e che sia giuridicamente ammissibile, a noi sta benissimo. Sgombriamo dunque il campo dall’idea che ci possano essere delle posizioni pro o contro qualcuno, a noi urge FARE qualcosa in una città che sta lentamente morendo. Dobbiamo tutelare gli ospedali Piemonte e Papardo per gli aspetti di funzionalità sanitaria e gestionale; per evitare che il Piemonte diventi l’ennesimo “monumento” all’ignavia ed allo spreco. Non perdiamo, ancora una volta, la preziosa occasione che ci si offre per sentirci orgogliosi di essere veramente messinesi che amano la propria terra”.
Dopo la Uilfp nella giornata di Capodanno adesso si registra la nota della Cisl con la quale si invita l’assessore Gucciardi “ assumere con autorevolezza e determinazione una posizione netta per non vanificare i percorsi intrapresi. L’obiettivo – spiega il sindacato guidato da Tonino Genovese – deve essere quello di dare servizi e garantire la salute dell’utenza che da troppi anni aspetta di conoscere il destino del Piemonte. Al centro di tutto ci deve essere la salute del cittadino, il problema non può essere il patrimonio o i rapporti di forza all’interno dell’Ars ma quali servizi saranno allocati nella nuova azienda. Spiace dover registrare la negligenza dei componenti dell’Assemblea Regionale che, anche stavolta, non guardano l’interesse generale e collettivo, dividendosi ed assumendo posizioni contrastanti che danneggiano solo la Sanità messinese”.
Per la Cisl si deve garantire mantenere vivo il Pronto Soccorso e dare attuazione a quanto previsto dalla legge regionale nella parte in cui si dispone che i decreti attuativi devono disciplinare le modalità che assicurano il passaggio della disponibilità di immobili ed attrezzature e personale nel rispetto di regole predefinite e concertate. “E’ di fondamentale importanza definire e confermare posti letto e servizi annessi in correlazione al mantenimento e modalità di gestione del Pronto Soccorso generale e i servizi correlati quali attività, strutture, risorse e reparti. La questione immobili è rilevante ma certamente non può essere rilevante quanto la salute del cittadino. Alla Cisl non interessa altro”.
Perdere di vista la “mission”, secondo il sindacato, equivale a perdere l’intera battaglia.
Rosaria Brancato