“Siamo un gruppo di ragazzi che, per varie ragioni, ha deciso di lasciare Messina per svolgere gli studi universitari in altre parti d’Italia. Nondimeno, tuttavia, seguiamo con interesse le vicende politiche della nostra città con la speranza, un giorno, di avere le necessarie competenze per poter tornare e dare il nostro apporto. È con questo spirito che abbiamo cercato di seguire la seduta del Consiglio comunale sull’isola pedonale: spirito che, tuttavia ha ceduto il passo a una sconcertata desolazione quando abbiamo visto la vergognosa bagarre nata in aula. Urla, fischi, applausi, cori da parte di membri eletti, rappresentanti di associazioni e semplice pubblico hanno scandito uno spettacolo più da stadio che da sede istituzionale”.
Roberto Saglimbeni, Alberto Nicotina, Massimo Conti Nibali, Arianna De Arcangelis e Roberto Scardino hanno scritto una lettera alla presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, in merito all’animata seduta del civico consesso. “Ci limitiamo a segnalare come nella maggior parte delle città italiane le isole pedonali sono ormai da decenni realtà consolidate e dal riconosciuto valore sociale, culturale ed economico, tanto da costituire la parte preponderante di molti centri urbani al vertice delle classifiche di vivibilità”. Ma non è di questo che vogliono parlare i cinque studenti messinesi (“solo il tempo dirà se l’esperimento avrà funzionato o meno”), quanto del dibattito politico in Consiglio, che “si svolge secondo logiche abiette e indegne di un paese civile. La pretesa di avere ragione, il rifiuto del contraddittorio, l’impedire fisicamente alla controparte di esprimere un’opinione, una posizione diversa, sono indici dello scarso grado di educazione che caratterizza una certa parte della politica locale: si fanno spot, non proposte, in un clima di ‘celodurismo’ che credevamo fosse proprio di partiti geograficamente lontani da noi”.
Gli studenti apprezzano il lavoro svolto dalla presidente Barrile per cercare di garantire l’ordine, ma “il finale ha rappresentato una delle pagine più brutte della città a memoria d’uomo, che ci ha fatto vergognare di essere messinesi. Sentire un consigliere urlare ‘questa non è democrazia’, dopo aver interrotto costantemente l’intervento di chi era stato chiamato in aula per spiegare e discutere su un provvedimento così importante ci ha fatto perdere (quasi) ogni speranza. Che cambiamento cerchiamo per Messina se la stessa classe dirigente fornisce esempi di così basso livello? Solo e soltanto in questo sta la differenza tra Messina e il resto del mondo: posti con meno potenzialità e risorse oggi ci sopravanzano perché vivono in una cultura del rispetto che parte dal non parcheggiare in terza fila e arriva al non trasformare il consiglio comunale in un reality show di serie C”.
In conclusione, i cinque ragazzi rivolgono un appello alla Barrile e agli altri consiglieri. “Nessun cambiamento è attuabile se non si passa da un confronto civile e democratico. Speriamo che la prossima volta si abbia la percezione di lavorare per una cittadinanza attenta e responsabile, che dalla politica vuole risposte e non comportamenti indegni, inaccettabili e palesemente infondati”.