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Isola pedonale, l’appello di un negoziante: “Sono a favore ma con più bus e tram”

MESSINA – Dopo settimane di tira e molla, il dibattito sull’isola pedonale del Viale San Martino sembra destinato a placarsi. L’esperimento della riapertura, con la chiusura imposta soltanto dal venerdì sera e fino all’alba del lunedì, terminerà il prossimo mese. Poi, quale destino per la pedonalizzazione nell’area commerciale del centro di Messina? La città è, come sempre, divisa, ma non tutti i negozianti sono contrari all’isola, anzi.

Il punto di vista di un negoziante sul Viale San Martino

Matteo Nicosia, giovane imprenditore messinese la cui tipografia affaccia proprio sul Viale San Martino, ma in una zona in cui non c’era (e non c’è) l’isola pedonale, ha lanciato nei giorni scorsi un sondaggio su Instagram che suonava come una provocazione: “Ho chiesto sui social se fosse utile ridurre la pedonalizzazione ma ho dato le opzioni sì, no e poi una frase sulla pigrizia, ‘A putrunaria ni mancia a vista i l’occhi’. Voleva essere una battuta perché tutti dicono che il messinese deve arrivare fin dentro al negozio in auto. Ma la realtà è che non c’è mai la possibilità di arrivare davvero con il mezzo pubblico: non c’è un servizio per arrivare ‘davanti alla porta’ solo con trasporti pubblici. Non si è data una vera alternativa. Se tu chiudi una strada commerciale e la rendi pedonale, la rendi nettamente più vivibile. Ma per incentivare le persone a non utilizzare la macchina devi dare qualcosa: abbassare i prezzi dei parcheggi a pagamento ma, soprattutto, aumentare i mezzi”.

Matteo Nicosia: “Tram e bus ogni 15 minuti non servono”

“Chiudere la strada senza dare un servizio non può funzionare – continua -. Un cittadino non cambierà mai se non vede un miglioramento. Ben vengano i parcheggi a Villa Dante o sul Viale Europa, ma gli autobus e i tram? Sempre ogni 10 o 15 minuti. Le auto vanno bloccate prima, come quando si attivano i protocolli per l’esodo estivo: dal Boccetta o da Giostra vengono veicolate verso gli imbarchi, senza che si vadano ad accumulare in altre strade. In centro va fatta la stessa cosa: ci sono mille parcheggi, ok, allora serve un servizio in più”. Le componenti in gioco sono tre: la pedonalizzazione, i parcheggi e i mezzi di trasporto pubblici: “E non è soltanto il tram, ma anche l’autobus. Se ci fosse maggiore sincronizzazione sarebbe diverso. Alla gente bisogna far capire dove può prendere il mezzo, dove può scendere, quando passa e ogni quanto, quali siano le coincidenze. Il problema dei trasporti pubblici è da risolvere prima di parlare di area pedonale”.

Matteo difende i negozianti: “Non tutti sono contro l’isola”

Il giovane imprenditore prosegue: “La gente a piedi non può arrivare con la propria macchina, il passo da fare a livello di civiltà è utilizzare soltanto i mezzi pubblici. Anche perché se il cittadino si stressa non spende: se devo arrivare in centro e stressarmi tra parcheggi e attese non sarò mai nell’umore giusto per entrare in un negozio, con serenità, e acquistare. Parto alle 9 da casa, parcheggio alle 10.30 e devo anche aspettare”. Matteo, inoltre, è in controtendenza anche sul giudizio sui negozianti: “Mi confronto con molti imprenditori sul viale, perché sono miei clienti. Quasi tutti sono sulla stessa lunghezza d’onda: inutile pedonalizzare se non si danno servizi ai cittadini. Io questi imprenditori totalmente contrari all’isola non li ho mai sentiti. L’80 per cento è comunque un franchising, il resto del 20 per cento non è composto da persone che si lamentano e basta. E ci sono anche i bar: davvero ridurre la pedonalizzazione li avvantaggerebbe?”

“Tante attività – prosegue – vorrebbero invece fare anche eventi davanti al negozio, ma non lo fanno anche per questi continui cambi di idee. Se io avessi un progetto a lungo termine per utilizzare l’isola non lo farei, oggi, proprio per questo. Pedonalizzare il Viale San Martino? Sì, anche tutto. Sarebbe un grande passo di cultura, una grandissima soluzione. La città deve essere fatta anche per i giovani, chi si lamenta e vuole restare all’antico, per dire così, non va avanti. Ma soprattutto non permette nemmeno a noi di andare avanti”. Poi conclude: “Spero che la gente non si lamenti più, che si critichi in maniera costruttiva. Un consiglio, un aiuto all’amministrazione, un’idea: ma lamentarsi e basta non porta da nessuna parte”.