La Casa dello Studente ha rappresentato per anni un luogo di ritrovo ed alloggio per gli studenti universitari provenienti da altri centri cittadini. Un vero e proprio punto fondamentale dell'Ateneo Peloritano, il quale, per scivoloni economici e per mancate intese, giace da anni nel dimenticatoio tra la volontà di riportare la struttura alla sua funzione originale o di cambiare totalmente indirizzo.
L'idea abbozzata infatti nel tempo dall'Ordine degli Avvocati è quella di trasformare la casa in una sede distaccata del Tribunale di Messina, così da eliminare il costo dell'affitto, versato a terzi, di uno stabile attualmente utilizzato come plesso satellite per il Magistero. La Consigliera Comunale del Gruppo Misto, Antonella Russo nei giorni scorsi, con un'interrogazione ufficiale, ha chiesto lumi proprio riguardo la gestione dell'ex alloggio, pregando di evitare la vera e propria soppressione della Corte d'Appello (sezione che si sposterebbe proprio nella sede di Via Cesare Battisti), non permettendo che la chiusura rappresenti "l'ennesimo insopportabile scippo di pubblici presidi in città, poiché verrebbero soppressi, insieme alla Corte di Appello, a favore di Catania, anche gli uffici distrettuali che ad essa fanno capo, quali la Direzione distrettuale antimafia, la Legione Provinciale dei Carabinieri, il Tribunale di Sorveglianza, il Tribunale dei Minori, ciò rappresenterebbe una gravissima perdita fondamentali presidi di legalità e di lotta alla mafia in tutto il nostro territorio".
Varie volte le Associazioni Studentesche hanno ribadito la volontà di riaprire il dibattito per incentrarlo nuovamente sull'antico utilizzo della struttura. Viste le ultime dichiarazioni di Russo, l'UDU (Unione degli Universitari) Messina, ha deciso di chiarire ulteriormente il proprio parere attorno alla questione, "Teniamo a sottolineare", scrivono nella nota ufficiale, "come la paura della suddetta soppressione e della perpetuazione dei costi a carico del bilancio comunale, non diventino legittimazione per lo “scippo” di una realtà destinata agli universitari più bisognosi di posto-alloggio. La Casa dello studente di via Cesare Battisti rappresenta infatti un servizio che potrebbe concretizzarsi con una riapertura della struttura agli studenti in circa un anno e mezzo, contrariamente alle alternative ipotizzate per gli studenti, scomode, da individuare, sistemare, adattare, progettare, che comporterebbero nuovi disagi per gli studenti e rischio ulteriore di allungamento dei tempi per tornare a fruire di questo servizio indispensabile".
Infine, l'UDU intende marcare i motivi per cui crede, in modo convinto, che la Casa dello Studente debba restare un alloggio, "Tutti gli universitari che QUOTIDIANAMENTE usufruiscono del servizio mensa alla sede centrale di via Ghibellina, aperta sia a pranzo che a cena, lo perderebbero, senza alcuna previsione su dove e quando verrebbe erogato nuovamente in sede equivalente, causando quindi gravissimo disagio a carico degli studenti. Con la cessione rinunceremmo immediatamente a 249 posti letto presso la sede di via Cesare Battisti, i quali verrebbero “rimpiazzati” in tempi assolutamente non prevedibili e sicuramente più lunghi. Per quanto riguarda la posizione, nonostante la relativa vicinanza alla linea del tram cittadino, le due potenziali locazioni proposte in passato (ex ospedale Margherita, ex hotel Riviera) risulterebbero eccessivamente distanti da due dei più importati centri organici delle facoltà, ovvero tutte quelle localizzate presso il Policlinico Universitario e quelle vicine al centro storico (Giurisprudenza, Economia, Scienze Politiche, Psicologia, etc.). Inoltre essa risulterebbe inutilmente troppo vicina ai poli posti a nord della città (Annunziata, Papardo), già sufficientemente forniti di posti letto. Con un occhio di riguardo ai costi, la destinazione della Casa dello Studente di via Cesare Battisti a sede satellite del Palazzo di Giustizia comporterebbe uno sperpero di denaro pubblico di portata sconsiderata in quanto il Comune dovrebbe rimborsare le ingenti spese già affrontate dall’ERSU per la ristrutturazione e l’ampliamento e la messa in sicurezza per gli studenti". Per concludere, gli studenti si vedrebbero privati di una struttura storica e storicamente voluta PER LORO, in cambio di un “fantoccio”, con grave smacco anche morale nei confronti delle fasce degli universitari economicamente più deboli.
Claudio Panebianco