Pressioni sulla vigilessa per rinunciare agli straordinari, condannati ex sindaco e segretario comunale

Si è chiusa con due condanne penali la "guerra" di Itala tra sindaco e agente di Polizia Municipale, scoppiata nel 2009.

Il Giudice monocratico di Messina, dottoressa Capone, ha condannato ad un mese di reclusione il sindaco di Itala, Antonio Miceli, e il segretario comunale Maurizio Casale, imputati di tentata violenza privata in concorso (le cariche si riferiscono all'epoca dei fatti).

Al centro del processo, il braccio di ferro con l’agente di Polizia Municipale Maria Teresa Di Nuzzo, che aveva chiesto il trasferimento in altra sede, nell’ottobre del 2009.

I due, secondo l’accusa, avrebbero fatto pressione sull’agente perché, a fronte della richiesta di nulla osta necessario al trasferimento, rinunciasse ad una serie di emolumenti. In particolare all’agente è stato richiesto di rinunciare agli straordinari prestati tra il 2007 e il 2009, accettando in cambio il corrispondente recupero compensativo. Richiesta che la Di Nuzzo non ha accettato.

Nel dicembre successivo il sindaco negò il nulla osta, notificando il diniego al primo cittadino di Roccalumera, il centro ove la agente avrebbe voluto prestare servizio. Di contro, alla fine di novembre il sindaco aveva concesso alla Di Nuzzo, su sua richiesta, 65 giorni di riposo compensativo a fronte degli straordinari prestati tra il 2004 e il 2006.

L’agente, quando la situazione si è fatta pesante, ha presentato denuncia ai carabinieri di Scaletta Zanclea, producendo la registrazione dei colloqui col sindaco. La stessa vicenda è stata trattata dal giudice del lavoro che ha riconosciuto alla Di Nuzzo il diritto allo straordinario.

Ora è arrivata la sentenza penale per sindaco e segretario comunale, difesi dagli avvocati Rosario Trimarchi e Giovabattista Freni. L’agente è invece assistita dall’avvocato Danilo Santoro.

Alessandra Serio