Come se non bastassero i problemi infrastrutturali, ci sono da affrontare anche quelli amministrativi. La paura è che si ripeta quanto già accaduto a cavallo tra il 2014 e il 2015 quando, per un dragaggio di 12 giorni, ne passarono 84. Il porto di Tremestieri è imprigionato tra le sabbie del mare e quelle della burocrazia, visto che ogni qualvolta si rende necessario il dragaggio, e capita spesso, bisogna seguire un lungo iter prima di poter iniziare i lavori. E sembra quasi di rivedere un film già visto perché bisogna procedere all’analisi del materiale, che è sempre lo stesso, ed ottenere l’autorizzazione da parte dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, retto dal messinese Maurizio Croce.
“Ci stiamo lavorando – afferma Croce – e probabilmente in giornata daremo l’autorizzazione. Abbiamo perso qualche giorno in più anche perché abbiamo ricevuto la richiesta da parte del Comune di trasferire parte della sabbia da terra. Rispetto a tempo fa siamo molto più veloci (l’ultima volta trascorsero 42 giorni, ndr) ed è impossibile fare prima ancora. Anzi, per il futuro, abbiamo fatto passare il principio che le analisi del materiale, da parte dell’Arpa, non sempre sono necessarie, anche quando c’è da riutilizzare la sabbia per il ripascimento. E’ stato deciso che le analisi verranno fatte una tantum, in un periodo massimo di venti giorni, mentre la maggior parte delle volte si salterà questo passaggio e si risolverà tutto in una settimana, solo il tempo delle verifiche”.
Il problema è che, nel frattempo, la città è invasa dai tir. Nel 2015, Messina non è ancora riuscita a risolvere un problema che la affigge da decenni e le soluzioni prospettate non sono vicine alla realizzazione. Quella definitiva, portata avanti da Comune e Autorità Portuale, è l’ampliamento del porto di Tremestieri, opera che dovrà garantire un salto in avanti in termini quantitativi e qualitativi. Con sei invasature a disposizione sarà possibile spostare tutto il traffico pesante, comprese le autostrade del mare, ed evitare i problemi di insabbiamento, pur se bisognerà effettuare costanti opere di manutenzione ordinaria per la pulizia dei fondali. La gara è stata già aggiudicata ed il progetto ha ottenuto il via libera alla Valutazione d’Impatto Ambientale, arrivato lo scorso mese di ottobre. Da allora, però, siamo nella fase di accertamento dei finanziamenti, un ostacolo che non si è ancora riusciti a superare e per il quale il sindaco Accorinti ha chiesto l’attribuzione dei poteri speciali. L’obiettivo è quello di aprire i cantieri entro fine anno: una volta ottenuta la certezza dei fondi a disposizione, bisognerà validare e approvare il progetto definitivo prima di stipulare il contratto con l’azienda vincitrice, la Coedmar. Poi serviranno ancora quattro mesi per la redazione e l’approvazione del progetto esecutivo. Consumato quest’ultimo passaggio, potranno finalmente partire i lavori che dovrebbero avere, da contratto, una durata di 2 anni e 8 mesi.
Sempre a Tremestieri si registrano invece passi avanti per un altro problema, quello dell’erosione costiera. Il Comune ha approvato la perizia per i lavori urgenti e provvisori a difesa della costa in via Veglia e Carbonara. 262mila 400 euro l’importo previsto, che sarà attinto dai fondi del bilancio comunale, salvo eventuale azione di rivalsa nei confronti dell’assessorato, visto che sono di competenza regionale. Stessa procedura per la manutenzione della barriera frangiflutti a Santa Margherita, per un importo di 234mila 340 euro.
Intanto, c’è in ballo un’altra gara d’appalto il cui iter sembra spianato. La nuova via don Blasco rappresenterà un’importante opera di riqualificazione di un tratto del lungomare cittadino, dal cavalcavia fino a via Santa Cecilia, una fondamentale alternativa viaria per la città che poi “risalirà” lungo l’area della “piccola velocità”. Potrà essere anche una soluzione tampone soprattutto per i tir che utilizzano la Cartour, al molo Norimberga, ma a soffrire del traffico pesante, in quel momento, sarà proprio la nuova strada oltre al viale Gazzi. Dopo che la Regione ha chiesto l’aggiornamento del vecchio progetto, la giunta comunale ha approvato il nuovo esecutivo lo scorso 27 gennaio. La validazione è stata affidata in via diretta, operazione possibile perché di importo non superiore a 40mila euro, alla Rina Check Srl di Genova, e pubblicata ieri sull’albo pretorio comunale. La cifra impegnata è proprio di 40mila euro più iva, per una somma totale di 48mila 800 euro. L’atto formale di validazione dovrà essere concluso entro 60 giorni dalla data di avvio del procedimento. A quel punto il Comune trasmetterà tutto alla Regione, con la speranza di poter finalmente ottenere l’ok al finanziamento e alla gara d’appalto, che sarà preparata in un mese. Ci saranno altri due mesi per le offerte e poi l’apertura delle buste, mentre l’iter per gli espropri è già in corso. Poter iniziare i lavori a settembre sarebbe già un gran risultato.
Non solo tir, in zona, ma anche tanta storia e cultura sommerse dal degrado. Dal cavalcavia, in direzione opposta ed oltre il molo Norimberga, è in fase di ripartenza l’iter di riqualificazione della Zona Falcata. L’assessore Maurizio Croce vuole organizzare una riunione a Messina per fare il punto della situazione. “Abbiamo perso più tempo del previsto per organizzarla – riprende Croce – perché vorrei portare a Messina gli assessori Vancheri, Contrafatto e Purpura, che si occupano rispettivamente di attività produttive, bonifiche e beni culturali, e bisogna coordinare gli impegni di ognuno. Contiamo di farlo al più presto possibile, anche in sinergia con l’Autorità Portuale, che è un interlocutore importante”. Proprio l’Autorità Portuale, che adesso ha in gestione l’intera area, dovrebbe iniziare a breve le prime demolizioni e bonifiche.
(Marco Ipsale)