Attualità

La Calabria resta zona gialla. Ma le scuole chiudono i battenti ugualmente

Il D-day è l’8 marzo: lunedì, in relazione all’emergenza-Coronavirus, varie regioni italiane “cambieranno colore”. Uno scenario temuto, resosi però indispensabile per l’avanzata a passo di carica del Covid19 in numerose zone del Paese: in particolare, due regioni del NordEst (Friuli Venezia Giulia e Veneto) diventeranno “zona arancione” come la gran parte del Paese, mentre al Sud la Campania si trasformerà in “zona rossa” (come già Molise e Basilicata: il top di rischio coinvolge dunque, in atto, un tris di regioni meridionali).

“Zona gialla” (per un pelo…)

Covid, la Calabria resta zona gialla come la Sicilia

La Calabria resterà invece “zona gialla”, così come la dirimpettaia Sicilia e altre tre sole regioni (Puglia, Liguria e Valle d’Aosta).

Non che la cosa fosse scontata: in realtà, la settimana scorsa proprio la Calabria sembrava indirizzata verso un ritorno in “zona arancione”, avendo l’Rt – l’indice di trasmissibilità del virus – superato la fatidica “quota 1” (ovvero, ogni soggetto positivo ne contagia un altro), arrivando a 1,01. Per fortuna, nei giorni seguenti la diffusività del Sars-Cov-2 ha rallentato nettamente nei cinque ambiti provinciali calabri, planando al «rischio moderato» incarnato dall’attuale quota 0,81.

Va anche detto che, in ogni caso, fino al 27 marzo sussisterà il divieto di spostamenti tra regioni e province autonome, oggetto di specifica proroga nel “decreto legge 15”.

Ma Spirlì non vuol saperne…

Nonostante la permanenza della Calabria in “zona gialla”, il Governatore facente funzioni Nino Spirlì ieri pomeriggio ha deciso con la sua ordinanza numero 10 del 2021 che le scuole d’ogni ordine e grado chiuderanno i battenti per due settimane, come già anticipato da Tempostretto.
«Nessun bambino calabrese in terapia intensiva», è stata la parola d’ordine del Presidente leghista fin dalle prime ore di ieri.

Non c’è solo l’antico convincimento di Spirlì che sia meglio un bambino o un ragazzino con qualche nozione in meno “ma vivo”. A persuadere i vertici della Regione alla temporanea chiusura dei battenti per tutti gli istituti scolastici ci sono pure alcune novità di peso: «Gli studi prodotti dai vari componenti dell’Unità di crisi hanno evidenziato quanto sia presente su tutto il territorio regionale la “variante inglese” del Covid19– ha spiegato Nino Spirlì –. Abbiamo valutato anche il numero dei Comuni interessati alla chiusura degli isituti scolastici, sono oltre trenta, mentre il numero delle scuole arriva quasi a quadruplicarsi. Questo oggi, con una Calabria ferita, ci porta a prendere delle decisioni che sono indispensabili. Il popolo più aggredito dalle varianti, specie dalla “variante inglese”, è proprio il popolo dei più giovani», ha aggiunto il Presidente della Giunta regionale calabrese.

S’immunizza il personale scolastico

Scuole calabresi chiuse: in queste due settimane
si procederàa vaccinare tutto il personale

Nel corso delle due settimane di stop, avrà inizio la vaccinazione antiCovid del personale scolastico: «Durante queste due settimane di stop, inizieremo la vaccinazione del personale scolastico. Chiudere le scuole, peraltro, significa solo chiudere le aule, i plessi scolastici, fatti salvi i casi di forte disabilità, ma non significa certo chiudere l’istruzione o la didattica: tutti i ragazzi continueranno a fare lezioni in Didattica a distanza, da casa».

«Potenziati i Centri vaccinali»

Fuori dalle scuole, oltre ai già previsti 78 Centri vaccinali ne saranno “suppletivamente” aperti ulteriori 32, rafforzando il personale: il tentativo del commissario governativo alla Sanità Guido Longo, in stretta sinergia col presidente Nino Spirlì, è di “far volare” la campagna d’immunizzazione, «anche utilizzando i medici di medicina generale. E io farò anche delle visite estemporanee ai Centri vaccinali per verificare se e come il servizio viene prestato».
Certo, se Spirlì passerà dalle parti di Palazzo Campanella, se ne vedranno delle belle…