MESSINA – Messina, abbiamo un problema. Più di uno ma quello del disagio e dell’emergenza abitativa è un elemento centrale per le politiche sociali del futuro. L’Erp, l’Edilizia residenziale pubblica, va rilanciata. Da mesi, confrontandoci con l’Unione inquilini, affrontiamo il tema degli sfratti, della morosità dovuta al bisogno e all’emergenza economica. In più, se tante persone hanno bisogno di una casa e di una soluzione sul piano del reddito, nel frattempo, Patrimonio Messina Spa non riesce a completare il necessario censimento degli immobili comunali. C’è chi non si fa trovare o chi non apre le porte dell’abitazione da censire. Per un terzo degli immobili non si è potuto eseguire il sopralluogo.
A questo quadro aggiungiamo le situazioni dell’Istituto autonomo case popolari e di Arisme. Così, in un’intervista con Tempostretto, si è pronunciato il commissario dell’Iacp Giovanni Rovito: “Chi non paga, pur potendolo fare, o chi occupa senza averne i requisiti le nostre case, danneggia chi ha bisogno. Prenderemo tutti i provvedimenti necessari. Ricordo che risultano più del 50 per cento di morosi nelle abitazioni Iacp a Messina. In provincia, sul quaranta per cento. Vanno aiutati coloro che sono indigenti o hanno un basso reddito. Cosa diversa per chi può pagare, e non lo fa, canoni che variano da 52 a 204 euro, per poi pretendere interventi di manutenzione”.
A sua volta, il presidente di Arisme Vincenzo La Cava: “Su circa 900 alloggi, 270 condomini, intorno al 30 per cento, non versano le somme dovute. I canoni di locazione variano in base al reddito, da 50 euro a circa 230, ma non è pensabile che chi ha la casa non paghi”.
Sono somme, seppure non tra le più elevate, che rientrano inoltre nei crediti così importanti per il Piano di riequilibrio. È proprio in discussione la capacità del Comune di riscuotere e anche le cifre esigue, negli anni, aumentano, alimentando le anomalie.
Di conseguenza, non è accettabile che ancora oggi lo Stato, le istituzioni, siano forti con i deboli e deboli con i forti. Basta. Si consenta a chi ha davvero bisogno di usufruire di un’edilizia residenziale pubblica di qualità, abbattendo la vecchia ingiustizia delle periferie e della loro marginalità, e si costringa chi potrebbe pagare e non lo fa a un’assunzione di responsabilità.
Coloro che occupano le case a canoni agevolati, senza averne i requisiti, sottraggono le abitazioni a chi ne ha diritto. Allo stesso modo, quelli che si rifiutano di pagare per motivi non legati all’indigenza creano un danno alla collettività. Non è più tollerabile che, mentre le politiche sociali fanno fatica a rispondere a tutte le esigenze, viga la legge della prepotenza. Legalità e giustizia sociale devono camminare insieme. Perfino in una Messina che, per troppi anni, ha messo sotto il tappeto troppi problemi ed emergenze. E il quadro attuale ne è la conseguenza.
Per una nuova stagione di diritti e doveri, servono coerenza e parole nette, prima di tutto, da parte di chi rappresenta le istituzioni. Se non ora, quando, considerata l’enorme crisi sociale ed economica che ci attraversa? Ora o mai più.