VIDEO Da Taormina Carmelo Caspanello (riprese di Matteo Arrigo). Una città aperta a metà, che attende ancora di sapere quale sarà il suo futuro. Taormina prova a ripartire dopo la fase più acuta dell’emergenza coronavirus. Ma è una ripartenza lenta: non più del 50% delle attività ha riaperto i battenti. Tante le saracinesche ancora abbassate sul Corso Umberto.
“Taormina ha bisogno di un atto di amore – spiega Angelo Scandurra – e ognuno di noi deve fare la propria parte in questo momento drammatico. Voglio sottolineare, però , che l’ordinanza regionale che ci fa chiudere la domenica, il 2 giugno e i festivi che verranno è un chiaro passo falso. Per noi è l’unica possibilità di lavorare”.
“La chiusura nei festivi è una mazzata per i commercianti – conferma il consigliere comunale Manfredi Faraci – ma siamo fiduciosi che la nostra città riuscirà a mostrare il meglio di sé, come ha sempre fatto nei momenti di difficoltà. Fa male vedere Taormina in queste condizioni ma puntiamo a recuperare una fetta di mercato turistico. Appena riapriranno le frontiere, speriamo possano arrivare i turisti stranieri e dai primi di giugno ripartire con tutta la carica che ognuno di noi ha in corpo”.
“Facciamo del nostro passato il nostro presente“, è lo slogan lanciato da un altro commerciante che ha già riaperto la propria attività. “Quello che dobbiamo fare – aggiunge – è continuare con il nostro lavoro, così come facevamo prima dell’emergenza. Molti, in questo momento, hanno delle difficoltà oggettive a ripartire e sicuramente la chiusura domenicale disposta dalla Regione non aiuta”.
“Purtroppo Taormina è ancora vuota – aggiunge il titolare di un bar, Angelo Longo – abbiamo riaperto ma serve un flusso maggiore di presenze e soprattutto servono più aiuti, dalla Regione al Comune, per far ripartire la macchina del turismo. Sono fiducioso, altrimenti non avrei aperto, ma dobbiamo fare di più”. (Gianluca Santisi)