BARCELLONA – Sono 12 condanne, 8 assoluzioni totali e tante assoluzioni parziali quelle decise dal Tribunale di Barcellona (presidente Orifici) alla fine del processo Dinastia, l’inchiesta dei Carabinieri sull’ascesa dei rampolli del clan del Longano e il mercato della droga tra il barcellonese e Milazzo. In questo processo ci sono soprattutto i componenti della rete di pusher da loro controllati, mentre i presunti capi hanno scelto di definire la partita in precedenza: il processo con 42 condanne è stato definito in appello la scorsa estate.
Ecco invece la sentenza di primo grado per gli imputati che avevano scelto il rito ordinario: 17 anni e mezzo per Alessio Catalfamo, 22 anni per Francesco Duilio Doddo, 10 anni per Tindaro Giardina, 8 anni e mezzo per Antonino Iacono, 30 anni (in continuazione con precedenti condanne) per Simone Mirabito, 12 anni per Edmond Ndoj, 4 anni per Vincenzo Nucera, 6 anni e 8 mesi per Vincenzo Rosano, 1 anno e mezzo ( in continuazione) per Andrea Sgroi, 16 anni e 8 mesi per Filippo Torre e Francesco Turiano, 6 anni per Salvatore Torre.
Assolti del tutto: Antonino Chiofalo, Mauro Di Bella, Marco Formica, Luciano Fugazzotto, Sebastiano Salicola, Giuseppe Torre, Roberto Torre, prescrizione per Cristina Di Salvo.
L’Accusa, rappresentata dai pubblici ministeri Fabrizio Monaco e Francesco Massara, aveva invocato condanne anche più severe. Hanno difeso gli avvocati Antonio Spiccia, Fabrizio Formica, Giuseppe Tortora, Tommaso Autru Ryolo, Salvatore Silvestro e Giuseppe Donato.
La retata dei Carabinieri è scattata nel 2020 ed ha documentato l’intenso giro di droga, ma anche le estorsioni a tappetto, gestite dalle nuove leve della “dinastia” mafiosa di Barcellona, che aveva rapporti anche gli spacciatori di Giostra, a Messina e che utilizzava anche i canali dei social per piazzare le dosi e raggiungere giovanissimi clienti (leggi qui LO SPACCIO 2.0)