cronaca

La Family della droga a Fondo Fucile, in 32 dal giudice

Messina – Si avvicina il vaglio preliminare per gli indagati dell’operazione The Family, l’inchiesta della Polizia su un giro di droga a Fondo Fucile gestito dalla famiglia Coppolino. La Procura di Messina ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli indagati e sarà la Giudice per l’udienza preliminare Arianna Raffa a vagliare le ipotesi di reato, a partire dal prossimo 30 luglio.

Tutti i nomi

Per quel giorno sono stati convocati al palazzo di giustizia in 32: Andrea, Giovanni, Alessio e Piero Coppolino, Sonia Longo, Caroline Currò, Francesco Pio Currò, Daniela e Domenico Allia, Antonino Guerrini, Davide Crisari, Giosuè Orlando, Pietro Pappalardo, Umberto Suraci, Giuseppe e Francesco Basile, Michael Soldino, Francesco Pellegrino, Bartolo Mussillo, Massimiliano Peluso, Alessandro Pandolfino, Giovanni Lombardo, Giuseppe Greco, Antonino Andreacchio, Fabio Venuti, Alessandro Coco, Chiara Pandolfino, Erika, Giuseppe e Cosimo Damiano Spagnolo, Emanuele Milazzo e Francesco Galli.

Sono difesi dagli avvocati Giuseppe Bonavita, Salvatore Silvestro, Tindaro Celi, Giuseppe Donato, Giovanni e Giulia Mannuccia, Filippo Alessi, Fabrizio Formica, Tommaso Autru Ryolo, Alessandro Billè, Salvatore Giannone, Gaetano Pino, Cinzia Panebianco e Antonello Scordo.

La retata di San Valentino

Il blitz antidroga della Polizia è scattato all’alba dello scorso 14 febbraio con 26 arresti (13 ai domiciliari) tra Fondo Fucile, altri quartieri di centro città e Milazzo. Tra loro anche alcuni infermieri accusati di aver messo le proprie disponibilità professionali al servizio del gruppo. I loro nomi non figurano tra gli accusati dello spaccio né tra i sospettati di aver fatto da pusher dei Coppolino, ma sono indiziati di peculato e falso in atti, a vario titolo.

La precisazione: alcuni indagati estranei ai fatti di droga

Gli indagati Alessandro Pandolfino, Chiara Pandolfino, Damiano Cosimo Spagnolo, Erika Spagnolo, Giuseppe Spagnolo, Francesca Galli ed Emanuele Milazzo sono totalmente estranei ai fatti di droga. L’ipotesi di reato per loro è di falso materiale commesso da privato: in sostanza avrebbero usufruito di una attestazione per un test negativo covid 19, secondo l’ipotesi della Procura in realtà mai effettuato. Sono difesi dall’avvocato Giuseppe Germanà Bozza (ad eccezione di Alessandro e Chiara Pandolfino)