Ambiente

La felce gigante: un fossile vivente di milioni di anni presente sui Peloritani

La felce bulbifera, meglio conosciuta con il nome scientifico di Woodwardia radicans, è una rara felce gigante, la cui origine risale al periodo Terziario. Queste felci giganti appartengono alla famiglia delle Blechnaceae. In alcuni casi le fronde possono superare pure i 3 metri.

Questa specie di felce è sicuramente una delle piante più interessanti e rare di tutta la flora europea. Oggi resiste solo su alcune ristrettissime aree dell’Europa meridionale, fra la Spagna meridionale, la Corsica, l’Italia meridionale, Grecia, Nord della Macedonia e in alcune piccole aree in prossimità delle coste del Mar Nero.

Le caratteristiche uniche che l’ha rendono un autentico fossile

Alcuni esemplari, se ben mantenuti, possono raggiungere lunghezze di oltre i 3 metri. Una peculiarità è la formazione di bulbilli nella porzione apicale del rachide fogliare (da cui il nome felce bulbifera), che consentono la propagazione vegetativa nel momento in cui le fronde toccano il terreno umido, dando origine ad un nuovo individuo.

È specie relitta del Terziario, tipica rappresentante di una flora tropicale montana che 70 milioni di anni fa caratterizzava le aree montuose di alcune regioni del Mediterraneo. Poiché è una delle poche testimonianze di quella antica flora, è oggi da considerarsi un vero e proprio “fossile vivente”.

Esemplare di felce gigante.

Ecco dove cresce in Italia

La felce bulbifera è possibile vederla solo su alcune piccolissime aree incontaminate dell’Italia meridionale. Con l’affermarsi del clima mediterraneo, questa felce ha notevolmente ridotto il suo areale, trovando rifugio nelle forre umide e ombrose, dove l’acqua è disponibile per l’intero arco dell’anno. Lì dove la luce del sole non filtra nemmeno nel bel mezzo dell’estate.

In Italia gli esemplari di Woodwardia radicans si sono conservati soltanto in Campania, nella zona della Costiera Amalfitana e nell’isola di Ischia, Sicilia e Calabria. In particolare in Sicilia cresce solo in alcune strette vallate dei Monti Peloritani, dove sul lato tirrenico della dorsale, sotto i principali crinali, sono state scoperte recentemente delle forre, con oltre 1000 esemplari.

Le colonie di felce gigante sui Peloritani

Su alcuni punti dei nostri Peloritani resistono esemplari di felce gigante preistorici. In particolare in prossimità di un affluente del torrente Mela, lungo il Vallone Lacino, con una popolazione di circa 100 esemplari di dimensioni veramente notevoli.

Inoltre si trova nei pressi del torrente Monforte Bagheria, nella sezione alta del torrente denominata Vallone Ficarazze, nel comune di Monforte Sangiorgio, dove il 18 agosto 2017 è stata rinvenuta una postazione di circa 1000 esemplari per opera del Club dei Ricercatori. Si tratta infatti della più alta concentrazione attualmente conosciuta in Sicilia, e probabilmente d’Italia. L’incredibile ritrovamento è peraltro stato testimoniato da questo bellissimo video, girato diversi anni fa da tempostretto, con la partecipazione dell’associazione Camminare i Peloritani.

Esemplari di felce gigante lungo i Peloritani.

Le aree popolate dalla felce gigante in Calabria

In Calabria è localizzata principalmente sull’Aspromonte (monte Trepitò e cascate Galasia), sul Monte Poro e nel parco delle Serre Calabre ed in piccola parte a Carfizzi, nel crotonese. Purtroppo, malgrado l’esistenza di queste consistenti nicchie ecologiche, la felce gigante è una specie fortemente minacciata dalle attività antropiche dell’uomo.

Un’area di particolare interesse scientifico si trova in prossimità del fiume Milo, nel comune di Polia, in provincia di Vibo Valentia, dove crescono più di 2000 esemplari di Woodwardia radicans. Si tratta della più imponente concentrazione di questa rara pianta finora scoperta nel mondo. In questa valle tale felce sembra aver trovato l’habitat ideale, vista l’elevata umidità, scarsa illuminazione diretta e temperature comprese fra +10°C e +25 °C.