di Marco Olivieri
Ospedale di Patti. Al trentunenne Elia Natoli, per carenza di stecche per l’ingessatura, la frattura è stata bloccata con una scatola di cartone. A denunciare la vicenda è stato il padre, che si è sfogato chiedendo una risposta alle autorità. Il diretto interessato, reduce da un incidente in moto, ha dichiarato: “Poi ho preferito andare a Messina in un centro privato, dove mi hanno ingessato. Certo, mi è costato 200 euro” (fonte Ansa Sicilia). Alla denuncia del padre è seguita la reazione del presidente Schifani, che ha annunciato un’ispezione, e anche delle opposizioni che hannno attaccato la politica sanitaria del governo regionale.
Tra i tanti interventi, quello del deputato regionale del Pd Calogero Leanza, vicepresidente della commissione Sanità all’Ars, ha centrato il vero tema: “Il punto non è gridare allo scandalo e preoccuparsi solo di gettare la croce addosso a chi, tra il personale medico e sanitario dell’ospedale di Patti, ha ingessato un paziente con il cartone. Il punto è capire come si sia arrivati ad una situazione del genere, come sia stato possibile non avere a disposizione neanche il materiale di prima necessità in una struttura di pronto intervento”.
“Scandalizzarsi di fronte a un episodio come questo è più che comprensibile – aggiunge Leanza – ma bisogna risalire all’origine di una situazione che, evidentemente, è un segnale molto preoccupante. Segnale che ci fa capire quanto grave possa arrivare a essere la condizione attuale della sanità siciliana in determinate realtà”.
Ed ecco le parole su Facebook di Natalino Natoli, che hanno acceso i riflettori sul caso: “Mi chiedo e chiedo al presidente Schifani, all’assessore alla Sanità, ai deputati regionali: si può uscire dal pronto soccorso di Patti con un cartone invece delle stecche? Preciso che i medici non c’entrano niente, fanno solo sacrifici. Ci sono solo due medici al pronto soccorso e mancano le stecche da più di un mese per stabilizzare gli arti. Ambulanze in fila per ore! Meglio finanziare festini prima delle elezioni europee, e non la sanità. Mi piacerebbe tantissimo regalare il cartone al presidente o a l’assessore. Se qualche deputato regionale mi vuole prendere appuntamento gli sarei grato. Per finire, sindaci dei comprensori svegliatevi”.
Il caso eclatante può essere pure un fuoco fatuo. E spesso lo è. Qualcosa che si spegne subito.
Qui la riflessione sulla sanità pubblica e l’elaborazione politica devono essere più profonde e cogliere il nodo del problema. L’ubriacatura liberista degli ultimi 40 anni e l’intreccio fatale con il potere hanno reso la sanità sempre più preda di squali e pescecani. Tra autonomia differenziata, crisi dello Stato sociale, privatizzazione strisciante della sanità, attacco a tutto che c’è pubblico, c’è l’imbarazzo della scelta.
Da questi temi bisogna ripartire e, quando paghiamo le tasse, ricordiamoci del valore del welfare. E ricordiamolo anche quando votiamo. Non diamo nulla per scontato. La sanità mostra sempre più segni di cedimento e gli argini, a difesa del sistema sanitario nazionale, risultano tutt’altro che solidi.
La foto è tratta dalla pagina Facebook di Natale Natoli.