Messina – E’ andato avanti a lungo il confronto tra il giudice Salvatore Pogliese, la Procura e il commercialista Salvatore Virgilitto, in carcere con l’accusa di essere stato connivente con la famiglia degli Ofria di Barcellona che, malgrado condanne e sequestri, continuava a gestire direttamente le imprese confiscate nel 2011. L’uomo è in carcere da martedì nell’ambito del blitz con 15 arresti scattato a Barcellona.
Il professionista, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Catania dal 2022, ha risposto a tutte le domande del giudice e dei PM Fabrizio Monaco e Francesco Massara, fornendo la sua versione su tutti i fatti che gli vengono contestati. I suoi difensori, gli avvocati Angelo Mangione e Alberto Gullino, sono “fiduciosi che sia riuscito a chiarire tutto il necessario”. Virgilitto ha respinto con fermezza l’accusa di essere stato “mera testa di legno” degli Ofria, e ora valuta di chiedere la scarcerazione. I suoi legali stanno acquisendo una corposa documentazione che sottoporranno ai giudici allegata ad una istanza per portare il commercialista fuori dal carcere.
La Direzione distrettuale antimafia di Messina, guidata dal procuratore Antonio D’Amato, ha chiesto ed ottenuto il suo arresto dopo le indagini della Polizia, in particolare dopo una informativa del Commissariato di Barcellona risalente a prima del 2019 e dopo le intercettazioni della Questura che nel 2024 sono riusciti a piazzare le cimici nella rivendita Bellinvia della famiglia Ofria. Qui hanno immortalato diverse volte l’amministratore giudiziario, sempre lo stesso dalla confisca del 2011, che si trovava nei locali in presenza degli stessi Ofria. Le sue conversazioni col ragioniere storico dell’impresa poi, secondo gli inquirenti, documenterebbero un “totale asservimento” del professionista alla famiglia barcellonese.