Terza udienza del processo per la morte del professor Giovanni Guglielmo, oggi, con alla sbarra sei medici dell’ospedale Piemonte. Rinviati a giudizio nel gennaio 2017 Giacomo Lo Presti – di turno quando la notte del 23 novembre 2013 il professor Guglielmo fu ricoverato d’urgenza-, Annamaria Mangano, Adriana Maria Merrino, Gaetano Cannavà, Letterio Pavia e Maria Rosa Buttafarro.
Stimato docente della facoltà di Farmacia dell’ateneo peloritano, Guglielmo è morto al policlinico la notte tra il 24 e il 25 novembre 2013, dopo 41 ore passate tra sofferenze atroci prima al Piemonte, dove era stato ricoverato
la sera del 23 novembre, e successivamente all’azienda ospedaliera universitaria, dove era stato trasferito in un ultimo disperato tentativo di salvargli la vita.
Secondo la famiglia, assistita dagli avvocati Alberto Gullino, Anna Scarcella e Igor Germanà, all’ospedale Piemonte ben poco sarebbe stato fatto per evitarne la morte prematura.
All’ultima udienza, davanti la II sezione penale del Tribunale, hanno deposto periti della Procura. Dopo aver ascoltato la testimonianza del figlio maggiore della presunta vittima, l’ingegner Giacomo Guglielmo, il giudice Maria Vermiglio ha ascoltato il professor Michele La Spada, chirurgo che ha operato il professor Guglielmo al Policlinico la notte tra il 24 e il 25 novembre 2013.
Poi i due periti chiamati dal pubblico ministero Giuseppe Costa, Pietro Di Pasquale ed Elvira Ventura Spagnolo In particolare, il dottor Di Pasquale, ha dichiarato che “se si interviene con uno stent per tempo, al presentarsi della dissezione aortica e prima della perforazione dell’aorta, non in emergenza, il paziente si salva”.
“Nulla di tutto ciò fu fatto e il docente morì il 25 novembre 2013 al Policlinico, dove era stato trasferito d’urgenza dall’ospedale Piemonte.”, spiega la famiglia.
A richiedere e ottenere il rinvio a giudizio nel 2017 fu il Pubblico Ministero Federica Rende.
Lo Presti, Mangano, Merrino, Cannavà, Pavia e Buttafarro sono tutti imputati di omicidio colposo prché, come ha sostenuto nella richiesta di rinvio il PM Rende, “Lo Presti Giacomo in qualità di medico chirurgo di turno in servizio la notte del 23 novembre, Mangano Anna Maria in qualità di medico di turno la mattina del 23 novembre, Merrino Adriana e Cannavà Gaetano in qualità di medici di turno nel pomeriggio del 23 novembre, Pavia Letterio in qualità di medico di turno la notte del 23 novembre e Buttafarro Maria Rosa in qualità di medico di turno il 24 novembre, a fronte di una storia anamnestica del paziente di aneurisma aortico trattato con endoprotesi e di una sintomatologia clinica che evidenziava nel Guglielmo, paziente già sottoposto nel 2011 ad un intervento chirurgico per “aneurisma dell’aorta toracica”, una logica complicanza del predetto intervento” avrebbero omesso di “procedere agli accertamenti strumentali necessari a diagnosticare la predetta complicanza e di eseguire tempestivamente il necessario intervento chirurgico di riparazione endovascolare di aneurisma dell’aorta toracica rotto, intervento eseguito poi d’urgenza con un ritardo di circa 41 ore dall’insorgenza dei primi sintomi del paziente.