Politica

La movida e le regole, solo 5 i locali con licenza di ballo

di Marco Olivieri

MESSINA – “Le regole nel campo della movida e della musica dal vivo vanno rispettate. C’è chi confonde, anche tra gli operatori, le leggi con le ordinanze, che invece si concentrano sugli orari e sull’applicazione. Ma non sono le ordinanze a dettare le regole. Ad esempio, gli unici autorizzati a fare musica, facendo ballare i clienti, sono cinque a Messina. Gli altri sono abusivi e va detto”. Ieri l’assessore Massimo Finocchiaro, ospite della terza commissione consiliare presieduta da Emilia Rotondo, ha parlato della recente ordinanza sulla movida a Messina e spiegato le novità.

Ma a chi faceva riferimento l’assessore? I locali in possesso di licenza di pubblica sicurezza, per poter organizzare serate danzanti, sono “Blue Sky” (in via Francesco Cilea), “Tarea Beach” (via Consolare Pompea 1045), “Mun” (via Consolare Pompea), “Cabiria” (via Consolare Pompea n. 477) e lido “La punta” (via Fortino, Capo Peloro).

L’elemento determinante è che le regole siano rispettate, con controlli costanti da parte delle forze dell’ordine e della polizia municipale, come è avvenuto a fine maggio, su disposizione del questore Annino Gargano. Sottolinea l’assessore Finocchiaro, con delega alle Attività produttive: “Il rispetto delle regole, con controlli periodici, deve essere la normalità. C’è chi pensava, tra gli operatori, di poter spostare i tavolini, o fare modifiche al locale, mentre proponeva musica da sottofondo, o aumentare i prezzi. Bisogna attenersi alle norme”.

Le norme per conciliare divertimento e quiete pubblica ci sono e vanno rispettate

Ha ricordato ieri l’assessore: “Per ragioni di quiete e decoro pubblico, si è tolto il karaoke all’aperto. Poi si è tornati al giorno di riposo: uno a settimana. E poi è stata tolta la musica dalle 19 alle 21, che ci è sembrata un’anomalia. Togliendo quel 19-21 c’è stata una sorta di sommossa, ma qualcuno non si è reso conto che si stava autodenunciando. Non è mai stata prevista la musica di pomeriggio”.

Ha spesso evidenziato l’associazione “Centro Storico Messina”, presieduta da Anthony Greco: “Noi vogliamo che si rispettino l’articolo 659 del codice penale sul disturbo della quiete pubblica e le norme vigenti sull’organizzazione di spettacoli, diffusione sonora, spettacoli dal vivo, intrattenimento musicale, spettacoli danzanti, karaoke e piano bar nei locali che somministrano alimenti e bevande”.

C’è chi può fare spettacoli dal vivo e chi piccolo intrattenimento musicale

“Intanto l’intrattenimento musicale, gli spettacoli dal vivo e l’organizzazione di serate danzanti – precisava l’anno scorso Greco – devono essere organizzati solo da chi abbia una specifica licenza. Si tratta di un’attività continuativa e prevalente. Esiste poi una seconda categoria di esercizio commerciale – spiegava il rappresentante dell’associazione – che fa piccolo intrattenimento musicale e piano bar. In questo caso, se si decide di allietare i clienti nei locali con musica di sottofondo, entro le ore 24 l’ascolto deve terminare, salvo limitazioni. Nel caso di questa seconda categoria, per eventi fino a un massimo di 200 partecipanti e considerati spettacoli dal vivo di portata minore, la licenza è sostituita dalla segnalazione certificata di inizio attività (Scia). Non si può aumentare il prezzo della consumazione, non ci devono essere spazi per ballare e per fare spettacolo, l’attività musicale deve essere accessoria e senza pubblicità. In quanti rispettano la normativa?”.

Se il locale si trasforma in discoteca deve avere la licenza del questore

Aggiungeva il presidente: “Il decreto Monti del 2012 ha permesso che non sia più necessario ottenere licenza di pubblica sicurezza per i piccoli intrattenimenti e gli spettacoli di qualsiasi specie che si svolgono, anche temporaneamente, nei pubblici esercizi. Il tutto ha favorito gli abusi. Da qui la necessità di controlli rigorosi. In ogni caso, le norme ci sono e prevedono pure il sequestro delle apparecchiature. Ma il primo passo è cambiare l’approccio e rispettare chi vive in queste zone”.

E ancora: “Se l’attività musicale è prevalente, l’esercizio commerciale deve avere la licenza x art. 68,69 80 Tulps, ovvero il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. In Sicilia le funzioni amministrative sono svolte dal questore e non sono demandate al Comune. Se gli esercizi commerciali propongono musica dopo le 24, devono avere la licenza del questore per potere trasformarsi in una discoteca. Il tutto senza recare distubo alla quiete pubblica. Purtroppo, va ricordato quello che dovrebbe essere ovvio, normalmente rispettato”.

Un salto di qualità nella civiltà passa dal controllo dei decibel

Negli anni passati, l’Arpa, Agenzia regionale per la protezione ambientale, ha rilevato parecchie irregolarità nell’emissione sonora. E i locali si devono dotare di strutture adeguate per limitare l’inquinamento acustico. Di recente ha raccontato a Tempostretto una signora che vive nella riviera nord: ““L’anno scorso l’Arpa ha fatto un controllo, in merito ai decibel, e vorremmo conoscerne l’esito. Come condominio, abbiamo presentato una richiesta d’accesso agli atti. In generale, lo ribadisco, l’appello è a divertirsi e, per quanto riguarda i gestori, a lavorare senza disturbare nessuno. Insonorizzare i locali, mettere gli altoparlanti lato mare, non esagerare con il volume, fare dei controlli costanti: tutto questo è possibile. E si chiama civiltà”.