A decretare il successo del progetto “Forse perché eravamo gli ultimi” basterebbe la commozione degli ospiti dell’ex ospedale psichiatrico di Barcellona che vi hanno partecipato, alla conferenza stampa di presentazione. Invece bisogna guardarlo per intero, il corto di Salvatore Presti che partecipa al concorso “Menti in Corto”, promosso dalla Comunità Terapeutica Assistita di Calatafimi e rivolto alle strutture che si occupano di disabilità psichica e marginalità sociale.
I 12 minuti del regista di Milazzo, con la fotografia e editing di Emanuele Torre, il coordinamento delle dottoresse Francesca Cordova e Valeria Schilirò, raccontano magistralmente cosa potrebbe accadere in un ex manicomio abbandonato ai pochi uomini sopravvissuti alla pandemia del funesto 2020. Un mattino del 2024 i sopravvissuti riescono misteriosamente a collegarsi ad una rete televisiva.
Toccherà a loro ricominciare l’umanità? Davvero la natura e i virus hanno scelto di liberarsi della specie umana? Questi gli interrogativi al centro del corto, ai quali gli “ultimi” provano a rispondere, indagando i temi e i dubbi che oggi la pandemia pone a tutti noi, nessuno escluso. L’occasione è buona per porre, a chi vorrà ascoltare, le domande più urgenti.
Dentro e fuori le “celle” ricreate nelle aree non penitenziarie del Madia di Barcellona, Roberto Piazza, Giuseppe Conti, Marco Raia, Sebastiano Marletta, Gesualdo Castorina, Mihai Marian Blindescu, Luciano Provenzano, Giovanni Bontà, Salvatore Furnari, Francesco Cavallaro, Salvatore Italiano interpretano un racconto futuribile e attualissimo, attraverso un linguaggio poetico tra i più adatti a coinvolgere loro, gli ospiti, e noi, gli spettatori, mettendoci in cammino tutti insieme.
Forse perché eravamo gli ultimi e il progetto Menti in Corto sono stati presentati in video conferenza dalla direttrice della casa circondariale di Barcellona Nunziella Di Fazio, che ha curato il progetto di mediazione artistica per partecipare al bando di concorso denominato “2020: anno bisesto, anno funesto?”.
“La realizzazione del cortometraggio è un punto di arrivo di un percorso che attraverso il lavoro di rete ha potenziato la stimolazione della creatività e delle abilità artistiche e sociali per interpretare e risaltare, attraverso il linguaggio del cinema, gli aspetti personali, emotivo-affettivi, sociali, culturali ed artistici dell’anno in corso. Il cortometraggio è stato inviato alla C.T.A. di Calatafimi che renderà visibili tutti i corti delle strutture partecipanti sui social network dedicati “, spiega la Di Fazio.