MESSINA – Soltanto uno degli indagati ha deciso di parlare. Tutti gli altri hanno fatto scena muta, invece, agli interrogatori di garanzia seguiti al blitz anti droga dei carabinieri battezzato “Cotto o crudo”. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere per esempio quelli che secondo gli investigatori sono i principali artefici del giro di spaccio tra Furci Siculo e Santa Teresa di Riva, ovvero Ciro Menoti e Francesco Celi.
Silenzio anche da parte di Emanuele Impellizzeri e Paolo Grasso, difesi dagli avvocati Tino Celi e Felice Di Bartolo. Scena muta anche da parte delle tre persone ai domiciliari, i santateresini Alberto Ferraro, Tamara Gugliotta e Simone Triscari, assistiti dall’avvocato Antonio Bongiorno.
Ha scelto di rispondere, invece, Alessandro Cisterna. Il giovane, difeso dall’avvocato Giovambattista Freni, ha il solo obbligo di firma ed ha ammesso al giudice per le indagini preliminari Fabio Pagana i due episodi di cessione di droga contestatigli, per conto di Menoti, chiarendo di essere stato coinvolto nel giro da cliente del pusher.
Al confronto col giudice è atteso anche, la prossima settimana, l’ultimo degli arrestati, Giuseppe La Rosa. Adesso i legali puntano al ricorso al Tribunale della libertà, che riesaminerà l’ordinanza del giudice Pagana. Intanto le indagini della compagnia di Taormina, ai comandi del capitano Giovanni Riacà, vanno avanti per chiarire altri aspetti della vicenda, in particolare eventuali altri canali di rifornimento della droga Menoti e Celi.