Cultura

La Sicilia del delitto d’onore e del matrimonio riparatore: il romanzo “Oliva Denaro”

MESSINA – Pubblichiamo un testo di Laura Giuffrida che ripercorre la presentazione del romanzo “Oliva Denaro” (Einaudi) di Viola Ardone a Messina. Un incontro che è servito anche a ricordare l’impegno parlamentare dell’onorevole messinese Angela Bottari contro il cosiddetto delitto d’onore e il matrimonio riparatore.

Un’altra presentazione è stata promossa dal Cedav – Centro Donne Antiviolenza.

Una quindicenne siciliana che, nel 1960, si oppone al matrimonio riparatore. Ecco il romanzo “Oliva Denaro”. Grazie alla sinergia tra il dipartimento di Scienze politiche e giuridiche (Scipog) e il dipartimento di Civiltà antiche e moderne (Dicam), e all’impegno delle professoresse Vittoria Calabrò, Daniela Novarese ed Enza Pelleriti, si è svolto un confronto sul libro lo scorso 14 ottobre all’Accademia Peloritana dei Pericolanti.

Introdotto dai saluti istituzionali della professoressa Giovanna Spatari, prorettrice al Welfare e alle Politiche di genere, del professore Mario Calogero, direttore del dipartimento Scipog, e del professore Giuseppe Giordano, direttore del Dipartimento Dicam dell’Università di Messina, l’incontro è stato moderato da Lucio Luca, giornalista del quotidiano “la Repubblica”, che ha conversato con l’autrice e con Angela Bottari, già deputata del Pci, Partito comunista italiano.

La storia di Oliva evoca il coraggio di Franca Viola e riporta all’impegno da deputata di Angela Bottari

Il titolo dato all’iniziativa, che ha visto presenti numerosi studenti sia universitari che di scuole cittadine, “Incontro con le protagoniste“, riporta alla trama evidente che lega la vicenda narrata nel romanzo ad Angela Bottari ed al ruolo da lei avuto in quanto prima relatrice della Legge 442 che nel 1981 ha finalmente portato alla abrogazione del delitto d’onore e del matrimonio riparatore. Il libro è stato pubblicato nel 2021 quasi a voler suggellare i 40 anni dalla approvazione di quella fondamentale norma di civiltà.

La storia di Oliva Denaro è ambientata in un paese della Sicilia nel 1960 e anticipa di cinque anni la nota vicenda di Franca Viola che nel 1965 ebbe il coraggio, a soli 17 anni, di opporsi al matrimonio riparatore. Matrimonio con un giovane spasimante che ad Alcamo l’aveva rapita e ripetutamente violentata, confidando in un esito della vicenda che sembrava allora fosse in effetti scritto nella pietra. Seppur nella finzione letteraria del romanzo, Oliva Denaro e Franca Viola sembrano l’una lo specchio dell’altra perché anche Oliva Denaro oppone il proprio diritto di scelta a un destino che sembrava per lei segnato, dopo aver subito un abuso da parte del bullo del paese.

L’emancipazione da una legge ingiusta, il ruolo del Pci e il coraggio di opporsi

In un toccante dialogo con il padre della ragazza, il maresciallo del paese cerca di dissuaderlo dal denunciare la violenza subita dalla figlia. Gli fa presente che l’articolo 544 del Codice penale prevede che, in caso di violenza sessuale, se l’autore del reato contrae matrimonio con la persona offesa, il reato si estingua perché l’onore della ragazza è riparato. E che questa è la legge.

Il padre di Oliva amaramente risponde: “Una legge fatta per salvare i malacarne e condannare le brave figliole. Ma è questa giustizia?“. Il padre di Oliva sceglie quindi di agire come agirà il padre di Franca Viola e nel romanzo quest’uomo è una figura che lascia certamente un segno nel lettore. La madre di Oliva è invece la depositaria di quella mentalità che perpetua il tacito sistema di oppressione femminile in Sicilia, che lei esprime con quei detti e proverbi popolari che ne esprimono i tratti più crudi e duri.

Altra figura che si staglia nel racconto è quella di Liliana, l’amica di Oliva che la porta alle riunioni del Partito comunista e che la spinge a studiare. E che ad un certo punto dice orgogliosamente: “Mica l’unico mestiere per una femmina è il servizio. La deputata in Parlamento vado a fare come Nilde Iotti“.

Una Sicilia che tutt’ora fa i conti con una mentalità patriarcale e maschilista

Risulta evidente come la figura di Liliana ci riporti storicamente all’attività politica di Angela Bottari. Viola Ardone riesce infatti a trasformare la Storia in storia, riesce a conferire alla letteratura la peculiare capacità di trasferire al lettore stati d’animo, paure, ansie, speranze di riscatto di una Sicilia che in verità fa tutt’ora i conti con quella mentalità patriarcale e maschilista. E lo fa con una penna che è leggera e profonda al tempo stesso.

Dall’incontro tra la scrittura militante di Viola Ardone e la vita da militante di Angela Bottari per la difesa dei diritti delle donne di ieri, di oggi e di domani, è derivata una profonda intesa intellettuale ed emotiva che ha permeato il confronto, regalando spunti di riflessione, suggestioni ed emozioni che hanno certamente arricchito tutti i presenti.

Laura Giuffrida