cronaca

La storia di Ruby a Messina, dal pentito di mafia alle serate in Galleria

La Corte di Cassazione ha fatto cadere l’ultima condanna legata al passaggio a Messina di Ruby, la marocchina protagonista dello scandalo Berlusconi, al centro del più spinoso processo per il Cavaliere, il così detto Ruby Ter, ancora in corso.

La Suprema Corte ieri ha “cancellato” la condanna a 5 anni per Ester Fragata, la giovane che gestiva il centro estetico dove era impiegata Ruby nel 2009 e che, secondo l’ex amica, l’aveva avviata alla prostituzione.

Ruby in tribunale a Messina durante uno dei suoi processi

La Corte d’Appello messinese nel 2019 aveva condannato la messinese, ieri la Cassazione ha accolto le ragioni del difensore, l’avvocato Nino Favazzo, ed ha derubricato l’accusa nel reato soltanto “tentato”, dichiarando la prescrizione, che comunque non cancella il reato quindi neppure la possibilità per Ruby, assistita dall’avvocato Alessandro Billè, di ottenere il risarcimento del danno in sede civile.

Due anni fa la stessa Corte d’Appello aveva scagionato l’avvocato Goffredo Sturniolo, accusato dalla marocchina di aver abusato di lei.

Si chiude così l’ultimo strascico giudiziario legato ai due anni “caldi” di Ryby, al secolo Karima El Marough, tra la provincia di Messina e il capoluogo, dopo il 2008.

Lasciata l’abitazione di famiglia a Letojanni, la ragazza ha vissuto per qualche tempo a Montalbano Elicona, sulla provincia tirrenica, e per qualche settimana fu accolta anche nella famiglia di Santo Gullo, il piccolo costruttore di Oliveri poi diventato pentito di mafia. La famiglia Gullo la ospitò dandole aiuto, avendola trovata in estrema difficoltà. Ma qualcosa andò storta e dai dintorni di Patti la giovane approdò a Messina, dove frequentava i locali cittadini, in particolare quelli della Galleria Vittorio Emanuele, e dove intrecciò amicizia con la Fragata, ottenendo l’impiego nel centro estetico.

Rotti i rapporti con la combriccola messinese, Ruby sbarcò a Roma, diventato Ruby Rubacuori.