Fra i tanti luoghi belli e ancora pressoché incontaminati nell’area dei monti Peloritani, troviamo la valle degli Eremiti, a monte dell’abitato di Fiumedinisi. E’ una delle rare aree vergini che in Sicilia è ancora possibile incontrare. Si tratta di un lungo e stretto canyon, ricoperto da una fittissima vegetazione riparia, contraddistinta da corbezzolo, antichi lecci (gli alberi originari dei Peloritani) e macchia mediterranea, che serpeggia l’intera vallata. Viste le sue caratteristiche, addentrarsi all’interno di questo canyon non è molto facile. Attorno il canyon i rilievi si innalzano con pendii molto ripidi, ricoperti da una lussureggiante vegetazione. Nella parte più a monte del canyon l’alveo curva a gomito sotto le montagne, aprendo una spettacolare gola immersa nel verde.
La valle degli Eremiti è considerata tutt’oggi un luogo incantato, magico, fuori da ogni eco di “civiltà”, dominato da silenzi interrotti solo dai suoni della natura. Offre al visitatore continue sorprese segnata dalle acque, che in passato vi scorrevano copiose, la roccia appare ben modellata, pareti alte e scoscese presentano interstizi fioriti. Negli anfratti una lussureggiante vegetazione di alberi porta le radici tra le rocce. Prende tale nome perché in passato era frequentata da religiosi che cercavano la solitudine, abitando nelle tante grotte che esistono nei dintorni. Sul tratto iniziale della parete, in un’ansa, si trova uno di questi antri, accanto al quale sorge un piccolo Santuario molto suggestivo, intitolato alla SS. Trinità, da cui si diparte un terrazzo panoramico sulla fiumara, i cui lati sono rappresentati da case di pastori.
Poco distante, sulla stessa parete, in un luogo ancora più inaccessibile, si trovano i ruderi di un vecchio convento. Di fronte, una decina di forni costruiti dalle famiglie di Fiumedinisi, per arrostire la carne nel giorno del pellegrinaggio, usanza questa che risale all’antichissima festa settembrina dedicata alla SS. Trinità e richiama fedeli che giungono da molti comuni della provincia di Messina, molti dei quali arrivano a piedi scalzi. Dalla valle degli Eremiti è possibile raggiungere pure le vette principali della dorsale dei monti Peloritani, seguendo dei percorsi, immersi nei boschi. Da qui, dopo una lunga camminata fra la natura incontaminata, si raggiunge la famosa strada della dorsale, che porta verso la spettacolare cima di Monte Scuderi.
La vetta è perfettamente pianeggiante, tanto da creare una grande terrazza alla quale si può accedere da due punti situati ad est e ad ovest del pianoro. Dalla cima dello Scuderi si può ammirare uno dei panorami più belli di tutta la Sicilia, che spazia dall’Etna allo Stretto di Messina, fino al Tirreno e alle isole Eolie, guardando verso nord. Sul pianoro che contraddistingue la vetta sono presenti tracce di antica frequentazione, diversi cumuli di rocce e alcune neviere da cui si ricavava il ghiaccio poi commerciato. Monte Scuderi, come altre località montane della Sicilia (vedi anche Dinnamare), è stato uno dei siti preferenziali di raccolta della neve per il commercio del ghiaccio. Ma non sono questi gli unici segni della presenza dell’uomo sulla montagna. Abitato fino al Sedicesimo secolo, il rilievo reca le testimonianze dell’antica città bizantina di Micos (o Vicos), di cui oggi però restano solo i resti di antiche mura.
L’area fa parte della Riserva Naturale Orientata Fiumedinisi e Monte Scuderi, istituita nel 1998. All’interno della riserva nidificano numerosi rapaci diurni, fra i quali lo sparviere (Accipiter nisus), la poiana (Buteo buteo), il falco pellegrino (Falco peregrinus), il lodolaio (Falco subbuteo) e notturni come l’allocco (Strix aluco), la civetta (Athene noctua) e il barbagianni (Tyto alba). Da segnalare la nidificazione dell’aquila reale (Aquila chrysaetos) e della coturnice sicula (Alectoris graeca whitakeri), sottospecie endemica sicula minacciata dalla riduzione degli habitat, dalla caccia e dalla competizione con le coturnici orientali (Alectoris chukar) introdotte per mano dell’uomo. Proprio la coturnice (o pernice) rappresenta la specie simbolo dell’area protetta. I maschi arrivano a pesare sino a 600 grammi e si distinguono dalle femmine per essere un po’ più grandi e per lo sperone sulle zampe. La sottospecie whitakeri è endemica della Sicilia, soprattutto nell’area a monte della valle degli Eremiti.
I mammiferi che vivono nella riserva sono il ghiro (Glis glis), il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), la donnola (Mustela nivalis), la martora (Martes martes), il riccio (Erinaceus europaeus), l’istrice (Hystrix cristata), il cinghiale (Sus scrofa), il topo selvatico (Apodemus sylvaticus), la crocidura di Sicilia (Crocidura sicula), il quercino (Elyomis quercinus) e l’ormai rarissimo gatto selvatico (Felis silvestris).