Pubblichiamo la lettera accorata di un medico dell’emergenza territoriale a Messina, N. B..
Vi è mai capitato di avere un’emergenza medica e all’arrivo dei soccorsi di vedervi arrivare un mezzo senza medico? Vi siete mai chiesti il perchè? Vi spiego io uno dei tanti motivi…. Il pomeriggio del 27 giugno, durante il mio turno di servizio, vengo allertato dalla centrale operativa per soccorrere una povera signora, la quale ha come sua unica colpa quella di essere affetta da una patologia psichiatrica. Vista la situazione clinica del paziente, si è reso necessario il trasporto in ospedale. Trattandosi, per l’appunto, di una patologia psichiatrica, la trasferisco all’ospedale di riferimento.
Qui ha inizio il calvario della povera sventurata. Arrivati al pronto soccorso, mi viene detto che non possono accettarla né registrarla. Non si capisce bene il motivo, asseriscono di avere già due soggetti psichiatrici in attesa, ma fra le righe si legge un malumore del personale medico.
A questo punto, dopo ore di attesa, la centrale operativa mi contatta per informarmi del fatto che, le direzioni sanitarie dei due ospedali, provvisti di reparti di salute mentale, si sono accordate e che il paziente può essere trasferito al secondo ospedale. Allora, nonostante la paziente, fino ad ora tranquilla, stesse diventando insofferente, abbiamo effettuato questo cambio di ospedale.
Giunti al secondo pronto soccorso, il medico di guardia nega di aver ricevuto tali indicazioni e nonostante la seconda telefonata del proprio direttore sanitario, ci risponde malamente e si impone, dicendo che non avrebbe fatto registrare la paziente a costo di non smontare tutta la notte. A questo punto dopo l’ennesimo rifiuto, mi sono visto costretto a chiamare le forze dell’ordine. Purtroppo neanche questo è servito a convincere il collega di guardia. Alla fine, dopo l’intimazione di informare la Procura della Repubblica, intimazione che mi riservo di portare a termine, il primo ospedale ha acconsentito ad accettare la paziente.
Morale della favola? Una povera ammalata, bisognevole di cure, si è vista sballottare di qua e di la come un oggetto inanimato privo di sentimenti. E un mezzo di primo soccorso, una delle pochissime medicalizzate presenti sul territorio, è rimasto non disponibile per parecchie delle ore, nelle quali non è escludibile che potesse essere impiegato per salvare una vita.
Tutto questo perché? Io non lo so. Ma sicuramente ci sarà qualche addetto ai lavori che indagherà per capire le ragioni di quanto accaduto oggi e chi sa quante altre volte.