Le polemiche continueranno probabilmente fino al 30 giugno, ultimo giorno dell’isola pedonale di via dei Mille. Anzi, probabilmente proseguiranno anche oltre. Tra contrari e favorevoli, il fronte è spaccato. Gli uni, i contrari, invocano il fallimento, registrando la scarsa presenza di cittadini e croceristi. Gli altri, i favorevoli, rappresentano la buona riuscita del test, con un’area destinata alle libere passeggiate dei messinesi e dei turisti. In mezzo a questi contrasti, intanto, le iniziative nell’area proseguono.
Oggi, dalle 17.30 alle 20.30, è la volta dell’associazione universitaria Atreju che, insieme all’artigiano Bartolucci e alla Libreria Bonanzinga, programma il terzo incontro ludico-educativo, incentrato sull’utilizzo in chiave moderna del legno e delle fiabe.
“Educare, apprendere, sperimentare giocando col… legno” prevede nell’area pedonale di via dei Mille, laboratori per i bambini incentrati sulla manipolazione e l’uso intelligente degli oggetti, la lettura di fiabe come esperienza di scambio affettivo tra adulti e bambini dentro e fuori il contesto famiglia, e dei momenti di dibattito e confronto con le Istituzioni e i rappresentanti del mondo scolastico e universitario della Città.
Più specificamente sono previste le seguenti attività:
OPEN SPACE: modelli educativi a confronto (Montessori/Agazzi). Spazio aperto di discussione sull’educazione del bambino attraverso due dei metodi che hanno fatto la storia della pedagogia internazionale.
LA MAGIA ELABORATIVA DEL LEGNO: ieri, oggi e domani…: laboratorio di utilizzo creativo e intelligente di forme in legno.
MILLEFIABE: laboratorio di lettura per bambini mirato a sollecitare lo scambio affettivo tra un adulto che legge e un bambino che ascolta.
Il legno rappresenta un elemento fondamentale in due dei metodi educativi che hanno fatto la storia della pedagogia: quello di Maria Montessori e delle sorelle Agazzi. Il bambino era considerato un individuo laborioso, impegnato attivamente nei suoi lavori; il gioco non doveva essere vissuto solo come divertimento, ma come impegno, come coinvolgimento nelle sue attività. Non si sarebbe trattato di metodo duro, impositivo, coercitivo, ma di un metodo che tenesse conto del rispetto dei bisogni e degli interessi del bambino, lasciando che, divertendosi, si impegnasse spontaneamente, vivendo in ogni azione una nuova scoperta su cui concentrarsi ed esercitarsi, dalla sperimentazione manuale delle forme alla lettura delle fiabe. In ciò, l’elemento legno si contraddistingue come protagonista dell’esperienza ludica ed insieme educativa del bambino, stimolando la manipolazione e la creatività, per una migliore scoperta del mondo circostante.