MESSINA – Basta (per ora) a zone A e B. Al razionamento e ai giorni alterni per l’acqua a Messina, verificando sul campo miglioramenti ed elementi critici dopo questa lunga estate calda. Un mese è trascorso, dall’avvio della sperimentazione, e intanto il sindaco Federico Basile intende valutare gli effetti dei nuovi pozzi attivati, con circa 30 litri al secondo. Niente di risolutivo, sia chiaro. Serve un’azione complessiva a più livelli.
Nel frattempo, sono in corso interventi di Amam a Briga Superiore, dove sono rimasti 7 giorni senz’acqua, e nel complesso Messina 2, con 350 famiglie in difficoltà. Situazioni “in fase di risoluzione”, fa sapere il Comune, tra guasti e intoppi. Dopo l’intervento a Santa Margherita, a parte questi casi eclatanti, si è tornati alla “quasi normalità”. E l’obiettivo è rafforzare il sostegno a chi vive nelle zone critiche figlie di una rete colabrodo. Solo quando il quartiere Lombardo, il villaggio Aldisio e gli altri luoghi di sofferenza idrica avranno un sostegno adeguato, e non solo emergenziale, si potrà dire che la lunga notte è passata.
Rimane sempre l’attesa di più acqua dal pozzo Bufardo-Torrerossa e lì deve essere la Regione siciliana a battere un colpo. In tempi di siccità, aggravata dai problemi strutturali che angustiano Messina, alle istituzioni, sia il Comune sia i governi nazionali e regionali, si chiedono risposte immediate.