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Lagandi(RC). Sospesa l’attività venatoria nelle zone ZPS, i sindaci dell’Area dello Stretto chiedono l’intervento immediato della Regione

“Siamo davanti ad una vera e propria emergenza che rischia di essere aggravata da una decisione che penalizza ulteriormente il nostro territorio, in quanto la presenza di cinghiali nelle zone collinari e montane devasta letteralmente interi ettari di coltivazioni, dimezzando o annullando del tutto i raccolti e, quindi, mettendo in ginocchio l’economia agricola dei nostri comuni”.

Lo dichiarano in una nota congiunta i sindaci dei Comuni dell’Area dello Stretto che commentano la nota urgente con cui la Regione Calabria, su sentenza del TAR, ha comunicato la chiusura dell’attività venatoria all’interno delle ZONE ZPS “aree natura 2000” della Calabria, dopo il ricorso accolto dal Tar da parte degli ambientalisti WWF e LIPU.

“Serve per questo – continuano i Sindaci – un intervento urgente della Regione Calabria per risolvere una situazione potenzialmente pericolosa ed un problema latente che si ripropone con cadenza ciclica”.

E ancora: “Nonostante il grande sostegno avuto da amministrazioni e istituzioni le cose, negli anni, non sono cambiate. E’ necessario dare una sferzata concreta che non può limitarsi agli indennizzi agli agricoltori per i danni ricevuti, che comunque sono pochi e tardivi”.

Per i primi cittadini tutto ciò sta costringendo privati e piccole aziende a lasciare i terreni incolti, stravolgendo l’assetto produttivo di interi territori, nonché sta a mettendo a rischio l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali. A questo vanno ad aggiungersi pericoli di natura igienico sanitaria, col rischio di trasmissione di infezioni, e situazioni che mettono notevolmente a repentaglio la sicurezza pubblica, come si può desumere dal numero sempre più alto di incidenti provocati dalla presenza degli animali lungo le strade.

“Noi – affermano ancora – siamo al fianco dei nostri cittadini e dei nostri cacciatori che contribuiscono con le loro attività al controllo e alla bonifica del territorio 365 giorni all’anno, soprattutto delle aree boschive, spesso difese da rischio incendi e dissesto idrogeologico, e che oggi si vedono penalizzati, nonostante i costi e le spese sostenute per praticare l’attività venatoria”.

“Chiediamo – concludono – una interlocuzione urgente con la Presidente della Giunta Regionale, Jole Santelli, e con l’Assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo e invitiamo l’Amministrazione Regionale ad attivare le procedure necessarie per determinare le regole per la stagione venatoria in corso”.