Quella sera, era il 27 dicembre 1908, era una sera di festa per moltissimi messinesi. Al Teatro Vittorio Emanuele andava in scena l’Aida, una recita festiva e per di più a prezzi ridotti. L’occasione era imperdibile anche per ascoltare la musica di Verdi, morto appena 7 anni prima. Ma il 27 dicembre del 1908 c’era anche un motivo in più: era il “debutto” della nuova illuminazione nelle strade di Messina.
L’Aida fu un successo straordinario e dopo lo spettacolo i messinesi continuarono a festeggiare, pronti ad un nuovo anno che si annunciava colmo di speranze. Per 100 mila persone invece quella fu l’ultima notte. 31 secondi bastarono per cancellare Messina.
L’assessore alla cultura Enzo Caruso ha voluto ricordare la tragedia con un evento che riannoda i fili della memoria e che si è tenuto al Palacultura e che è spaziato dal concerto del Corelli alla simulazione del sisma fino alla lettura di 111 nomi delle vittime. Un evento realizzato grazie alla sinergia con l’assessore Massimo Minutoli, all’ingegnere Antonio Rizzo della Protezione civile, al Conservatorio Corelli ed al Comitato 908 e del gruppo Caronte & Tourist.
Fili che, a distanza di 111 anni dal terremoto non devono spezzarsi. E così, la memoria è tornata a quella sera, a quell’ultimo momento culturale e di festa, con la messa in scena dell’Aida diretta dal maestro Francesco Paolantoni.
L’Aida e il concerto al Palacultura
111 anni dopo a riportare quelle note di Verdi al Palacultura è stata l’Orchestra a fiati del Conservatorio Corelli, diretta dal maestro Lorenzo della Fonte, grazie alla collaborazione del Presidente Giuseppe Ministeri e del Direttore Antonino Averna. Al Palacultura si sono levate alte le note dell’Aida, della marcia, del gran finale, con un’esecuzione impeccabile degli allievi dell’Orchestra. La particolarità è stata che l’Accademia Filarmonica ha consegnato al maestro Della Fonte la bacchetta del maestro Paolantoni, recuperata tra le macerie del teatro. Un particolare che ha reso ancora più emozionante il momento.
L’ORCHESTRA A FIATI DEL CORELLI
Il filo ininterrotto che ci lega a quella sera del 27 dicembre, quando i messinesi andarono a letto a conclusione di una giornata emozionante, gli applausi al Teatro, la pubblica illuminazione nelle strade, porta poi all’alba. Sono bastati 31 secondi per spezzare una straordinaria città. Ecco che al Palacultura è stata simulata la scossa di 31 secondi con una potenza tale da sembrare reale. Poi, mentre scorrevano le immagini della Messina che fu e della Messina cancellata si sono levate le note di Ora Triste, scritta da Riccardo Casalaina, morto a 27 anni nel sisma, mentre già iniziava ad essere considerato l’erede di Puccini. Ad eseguire al pianoforte il brano è stato il maestro Cesare Natoli che ha emozionato il pubblico in platea.
31 SECONDI DI SISMA: LA SIMULAZIONE
Nel corso dell’evento sono state proiettate immagini grazie agli archivi di Egidio Bernava, Giovanni Molonia, Nino Principato ed il video realizzato nel 2008 dal Corriere della Sera in occasione del Centenario del Terremoto. Un modo per rivivere le ore successive al terremoto, le opere di soccorso da parte dei marinai russi ed inglesi ed i ritardi con i quali il governo Giolitti arrivò in aiuto alla popolazione. Giolitti sottovalutò enormemente la tragedia e questo Messina non lo dimenticherà.
Grazie al Comitato Messina 908 ed al progetto “Ritrovare la memoria”, a cura di Dino Calderone e Francesco Rubino, con la partecipazione degli Ordini professionali sono stati letti 111 nomi delle vittime del 1908. Sono stati, non a caso, i volontari delle associazioni di Protezione civile a leggere 111 nomi, mentre scorrevano sullo schermo i dati di questi messinesi periti nel terremoto. Il Comitato Messina 908 continua la ricerca di queste radici ed invita tutti a dare informazioni relativamente a parenti morti nella tragedia. L’obiettivo è ricostruire davvero la memoria per ricostruire la nostra identità.,
LA LETTURA DEI 111 NOMI: DIRETTA FACEBOOK