MESSINA – Così titolavamo pochi giorni fa: “La rete idrica colabrodo a Messina, nel 53% di perdite anche gli allacci abusivi”. Poi è arrivata in soccorso la cronaca con il lavaggista del centro “beccato” dalla polizia municipale. Aveva creato un collegamento illegale con una tubazione dismessa. Si tratta solo di un esempio. Chissà quanti casi potrebbero emergere. Un vaso di Pandora in salsa messinese. Nella rete colabro, con perdite del 53 per cento, esiste una percentuale giudicata alta proprio di allacci abusivi e situazioni da regolamentare.
Questo avviene in una Messina che deve fare i conti con le proprie anomalie. Una città che si è sviluppata in modo disarmonico, con sacche d’illegalità e scelte urbanistiche dissennate. Una città ancora ben lontana dall’agognata “normalità”. Nei “si dice” messinesi, che corrono di bocca in bocca, si racconta di tante situazioni al limite, con violazione delle regole a danno della comunità. Serve, probabilmente, un’operazione trasparenza, nel campo dell’abusivismo idrico, da affrontare in modo organico. Un intervento necessario al pari degli interventi strutturali in corso e da finanziare per la rete.
Fin quando i “si dice” a Messina saranno più forti dell’azione delle istituzioni per ripristinare la legalità, a favore della collettività, la strada per diventare davvero una comunità sarà ancora in salita. Ma questo risultato si può ottenere solo con un’accurata programmazione a tutti i livelli. Per questo motivo, accanto alla necessaria attenzione alla gestione amministrativa, serve sempre una visione politica, con obiettivi a medio e lungo termine. Un ponte tra il “qui e ora” e il futuro, in politica, non solo è necessario ma indispensabile. Un ponte necessario per affrontare la crisi dirica e ogni altro nodo critico a Messina.