Carl Gustav Jung – Lo Zarathustra di Nietzsche – a cura di James L. Jarrett – Volume I – euro 45, pp. 484 – «Seminari di Carl Gustav Jung»
Club psicologico di Zurigo, 2 maggio 1934. Il dottor Jung apre il seminario su Così parlò Zarathustra di Nietzsche. È il suo uditorio – un’ottantina di uomini e donne di varia nazionalità e professione, tra cui medici, analisti praticanti, allievi in training – a chiedergli di mettere a tema proprio quell’autore e quell’opera, in un momento della storia europea che volge al tragico. Fino al 15 febbraio 1939 continueranno a misurarsi con il filosofo che, appena oltrefrontiera, il nazismo trionfante va spacciando come profeta del superuomo. Tenuto in inglese, stenografato e trascritto inizialmente per un uso interno, il seminario vedrà la luce in un’edizione a stampa solo nel1988, senza perdere nulla della viva oralità che modula il pensiero mentre prende forma. Attraverso la voce di Jung il registro colloquiale preserva gli indugi, gli scandagli, ma anche i proficui erramenti di un commento allo Zarathustra che agisce sull’elaborazione stessa della psicologia analitica e diventa una tappa ineludibile della ricezione di Nietzsche. «È straordinariamente complesso, e vi regna un caos infernale. Certi problemi sono stati per me un vero rompicapo e sarà molto dura riuscire a chiarire quest’opera da un punto di vista psicologico», esordisce Jung. La lunga, corale discesa agli inferi sarà decisiva per comprendere «fino a che punto lo Zarathustra fosse connesso con l’inconscio e dunque con il destino dell’Europa in generale». Con il destino di tutti noi.
Carl Gustav Jung (1875-1961) iniziò la sua attività nel 1900 nel famoso ospedale Burghölzli di Zurigo, sotto la guida di Eugen Bleuler, uno dei grandi maestri della psichiatria dinamica. Durante questi anni di apprendistato mise a fuoco la sua nozione di realtà psichica (teoria dei complessi autonomi) ed elaborò alcuni strumenti per la comprensione dei disturbi mentali (test di associazione verbale). Nel 1907 entrò in contatto con Freud, con cui stabilì uno stretto rapporto umano e scientifico, assumendo una posizione di primo piano nel movimento psicoanalitico, ma nel 1912 la pubblicazione di Trasformazioni e simboli della libido segnò la rottura del loro sodalizio e il distacco di Jung dalla psicoanalisi. Ne seguì un lungo periodo di «malattia creativa», caratterizzato da un serrato corpo a corpo con l’inconscio e le sue immagini archetipiche, e testimoniato dal Libro rosso. Esperienza decisiva da cui si cristallizzarono, negli anni della maturità, il sistema della psicologia analitica (dottrina dell’inconscio collettivo e degli archetipi, tipologia psicologica, energetica psichica e processo di individuazione, principio di sincronicità) e un’eccezionale messe di indagini storico-religiose, soprattutto nei campi dell’alchimia, dell’astrologia e del pensiero orientale. Presso Bollati Boringhieri sono uscite le Opere, a cura di Luigi Aurigemma (1965-2007, 24 voll.), due volumi di Seminari (Analisi dei sogni. Seminario tenuto nel 1928-30, 2003, e Psicologia del Kundalini-Yoga. Seminario tenuto nel1932, 2004) e Il Libro rosso, a cura di Sonu Shamdasani (2010).