Due anni imprecisati della prima decade del ventunesimo secolo. Una città, Paneròpoli, evidente alter ego di Milano (la città della panèra, del formaggio, come la chiamava non senza sprezzo Ugo Foscolo). Una folla di uomini e donne che vivono tante storie intrecciate – d’amore, di potere, di sesso – in una rete che costituisce la trama stessa del romanzo, come della loro vita. Diverse generazioni, ma una su tutte, quella dei cinquantenni, per la quale è suonata «la campana dell’ultimo round»; diversi ceti sociali; genitori e figli; linguaggi diversi. Tanti fili con i colori del dramma, della satira, del sentimento romantico e del grottesco che disegnano pagina dopo pagina un arazzo fitto di figure e colori che trova senso e fine, proprio come la vita, soltanto nella sua improvvisa e imprevista conclusione.
Un romanzo di trama e di personaggi, ricco di fatti e di ritratti. Un romanzo fittissimo di riferimenti culturali, tra i più vari e diversi, dal rock'n'roll alla poesia romantica, dai manga alla pittura rinascimentale. Ma, anche, un romanzo di idee che a molti ricorderà le fitte strutture della letteratura francese dell’Ottocento, e ad altri, nel suo quadro straniato della vita contemporanea, gli ultimi amarissimi film di Robert Altman. Un romanzo – talvolta non facile e spiazzante sempre, sostenuto da un mirabile tour de force linguistico – che, comunque, non può lasciare indifferenti. Un romanzo che, lontano da ogni pensiero debole e linguaggio minimalista, sfida il lettore a misurarsi con quei valori «alti» – amore e morte, e l’arte, nelle loro varie declinazioni – che soli possono dare un senso alla vita.
Hans Tuzzi è l’apprezzato autore – oltre che di saggi sulla storia del libro e sul suo mercato antiquario – dei celebri gialli ambientati a Milano che hanno come protagonista il commissario Melis: Il Maestro della Testa sfondata (2002), Perché Yellow non correrà(2003), Tre delitti un’estate (2005). Gli ultimi tre: La morte segue i magi (2009), L’ora incerta fra il cane e il lupo (2010), Un posto sbagliato per morire (2011) sono pubblicati da Bollati Boringhieri.
Con Vanagloria, Tuzzi ci regala una nuova, sorprendente prova narrativa fuori dal genere giallo.